Saman, il procuratore di Reggio: “Su estradizione genitori ancora nulla”

27 settembre 2022 | 17:20
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Saman, il procuratore di Reggio: “Su estradizione genitori ancora nulla”

Calogero Paci: “Dubito che sappiano del processo”

REGGIO EMILIA – “Stiamo attendendo. Le autorità del Pakistan avevano attivato una procedura giudiziaria del cui svolgimento e del cui esito ancora non abbiamo notizia, questo è certo”. Così il procuratore capo di Reggio Emilia, Calogero Gaetano Paci, ai microfoni del Gr1 sugli sviluppi del caso di Saman Abbas, a pochi mesi dall’inizio del processo ai familiari accusati di averla uccisa. Tra questi i genitori della 18enne scomparsa da Novellara il 30 aprile dell’anno scorso, volati in patria dopo il presunto delitto e tuttora latitanti.

Alla domanda se secondo lui sono informati del procedimento giudiziario a loro carico – cosa non accertata secondo il legale italiano dei coniugi – il procuratore risponde: “Dubito che loro non ne siano a conoscenza. Non so quanto siano stati informati formalmente dall’autorità pakistana dell’inizio di un procedimento estradizionale. Di questo non abbiamo notizia”. I riflettori sul caso della ragazza si sono riaccesi dopo l’emergere di una telefonata intercettata, parte di un’informativa dei Carabinieri di Reggio Emilia, in cui il padre di Saman, Shabbar Abbas, rivela ad un parente di avere ucciso la figlia.

“Le evidenze depongono tutte verso una soluzione cruenta, tragica, di un conflitto valoriale all’interno della famiglia di Saman Abbas a seguito delle sue legittime scelte esistenziali non condivise dal contesto familiare”, commenta ancora il procuratore capo di Reggio. Che in vista della prima udienza contro altri tre parenti, arrestati all’estero ed estradati, aggiunge: “Il compito dell’ufficio sarò quello di fornire al giudice tutta la piattaforma indiziaria proprio per ricostruire gli ultimi due anni di vita della ragazza e poi ciò che successe nell’immediatezza della scomparsa e subito dopo”.

Tutto, conclude Paci, “lascia deporre per una pianificazione che doveva avere un certo esito con tutte le conseguenze anche successive”. Saman, secondo la ricostruzione della Procura, sarebbe stata uccisa per aver rifiutato le nozze combinate con un cugino pakistano dalla famiglia, in questo modo disonorandone il nome. Ma per Marwa Mahmoud, consigliera comunale di Reggio Emilia di origine araba, “la religione e il Paese dei suoi genitori condannano severamente i matrimoni forzati, la violenza sulle donne e la negazione di consensualità”.

Quello di Saman, quindi, “è un femminicidio, consumato in famiglia, all’insegna del patriarcato, che continua a proliferare a tutte le latitudini del mondo”. Ed è da qui “che dobbiamo ripartire per prevenire, debellando quegli atteggiamenti che proiettano sulle donne delle aspettative culturali”, conclude Mahmoud.