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Occupazione e mercato del lavoro a Reggio Emilia nel 2022

30 settembre 2022 | 09:21
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Occupazione e mercato del lavoro a Reggio Emilia nel 2022

REGGIO EMILIA – La recessione che era stata provocata dalla pandemia da coronavirus sembrava aver subìto una battuta di arresto all’inizio dell’anno. Il trend, però, si è invertito sia a causa della guerra in Ucraina, di cui per il momento non si intravede la fine, sia per le conseguenze della crisi energetica. Ma come incide tutto questo sul mercato del lavoro? A febbraio di quest’anno l’occupazione totale faceva segnare un calo dello 0.4% rispetto ai numeri di febbraio del 2020: come dire che il recupero si poteva considerare pressoché completato, anche se a fronte di un ritardo abbastanza consistente da parte del lavoro indipendente. Nella prima parte di marzo, invece, sono cresciute le attese dei consumatori relative alla disoccupazione, e anche fra le aziende si rileva un consistente peggioramento delle aspettative in tal senso.

La situazione in Emilia Romagna

Per il mese di aprile gli ingressi programmati dalle aziende della regione, in confronto ad aprile dello scorso anno, hanno messo in evidenza un calo per il settore delle costruzioni di quasi il 9% e per il comparto manifatturiero di più del 6%. Sono aumentate, invece, le entrate previste per i servizi, addirittura di 43 punti percentuali, ma è facile spiegare questo trend facendo riferimento al notevole aumento dei servizi correlati al turismo. Sempre pensando ad aprile, le micro e piccole imprese – cioè le aziende con meno di 50 dipendenti – sono state quelle che hanno offerto il contributo più rilevante alla richiesta di lavoro: in particolare, oltre il 62% delle entrate totali erano previste dalle MPI. Per quel che riguarda la situazione analizzata provincia per provincia, gli aumenti delle entrate più importanti si sono segnalati a Ravenna e a Rimini, con una crescita di quasi il 75% e di oltre il 151%. Anche in questo caso, il tutto si spiega con il fatto che si tratta dei più importanti poli turistici della regione.

L’Emilia Romagna e l’occupazione

Nel 2021 sono stati 1 milione e 978mila gli occupati in Emilia Romagna, con una crescita di 12mila unità, pari allo 0.6%, rispetto all’anno precedente. Per il momento non si è ancora tornati sui livelli precedenti alla pandemia, con un dato inferiore di oltre il 2%, per un totale di 48mila occupati in meno. Nel confronto con il 2019 emergono soprattutto le difficoltà degli indipendenti, con una contrazione di quasi il 7% che per altro è abbastanza in linea con il dato nazionale. La flessione dei lavoratori dipendenti, invece, è più ridotta, di poco superiore all’1%. Per quanto concerne i vari settori, le costruzioni sono tornate sui livelli precedenti alla crisi, con una crescita di quasi il 14%. Diverso il discorso per i servizi e il manufatturiero, che appaiono in ritardo con una flessione che supera il 3%. Infine, le donne appaiono più in ritardo rispetto agli uomini, con un divario di oltre 2 punti percentuali.

La situazione delle province

Volendo effettuare un’analisi a livello provinciale, si scopre che tra il 2020 e il 2022 i miglioramenti relativi al tasso di occupazione più consistenti sono stati registrati a Ravenna e a Rimini, con un dato in crescita di oltre 2 punti percentuali, ma il trend è positivo anche a Parma. Si notano difficoltà di recupero importanti, invece, per le province di Reggio Emilia, di Bologna e di Forlì Cesena. Ad ogni modo Bologna è, dopo Bolzano, la prima provincia del nostro Paese per tasso di occupazione. D’altro canto, a Forlì Cesena, a Piacenza, a Reggio Emilia e a Ferrara è peggiorato il tasso di disoccupazione; a Reggio, in particolare, è cresciuto di più di 1 punto percentuale.

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