Migranti, il sindaco Vecchi: “A che punto siamo con la convivenza?”

29 settembre 2022 | 18:47
Share0
Migranti, il sindaco Vecchi: “A che punto siamo con la convivenza?”

La Filef, la federazione dei lavoratori emigranti: “L’85% delle giovani straniere cercano un aiuto per imparare l’italiano e trovare una casa”

REGGIO EMILIA – Per l’85% sono giovani donne, spesso già mamme, che chiedono un supporto per imparare l’italiano (per trovare un lavoro o cercarne uno migliore) e sostegno per la casa. E’ il profilo delle persone straniere che in provincia di Reggio Emilia si rivolgono alla Filef, la federazione dei lavoratori emigranti e delle loro famiglie, nata nel 1967 su iniziativa di Carlo Levi e molto radicata anche sul territorio.

A tracciarlo è oggi Laura Salsi, coordinatrice nazionale insieme a Pietro Lunetto, in un incontro “di riscaldamento” del congresso della federazione che si svolge fino al primo ottobre a Reggio Emilia. Un tema, quello del bisogno abitativo, messo bene a fuoco anche dal sindaco di Reggio Luca Vecchi, che di politiche sui migranti si è molto occupato come delegato per il welfare dell’Anci nazionale.

Vecchi, inquadrando il dibattito nella situazione contemporanea, sottolinea: “Dagli anni ’90 la nostra città è cresciuta da 130 a 170.000 abitanti e la provincia da 400 a 500.000. Oggi il 17% dei residenti del Comune e il 25% di quelli in provincia è riconducibile a circa 120 nazionalità diverse”. Il territorio, aggiunge Vecchi, “rischiava di esplodere, ma ha invece saputo costruire le condizioni per un equilibrio”. Tuttavia, prosegue il sindaco, “oggi non siamo più nella fase dei grandi arrivi, ma in quella in cui dobbiamo chiederci come stiamo lavorando e a che punto siamo sulla convivenza, tenendo la barra dritta sul principio che la diversità è un valore e non un generatore di paura”.

Il primo cittadino, infine, non tralascia neanche le criticità: “La sfida sulle seconde generazioni non è vinta, come pure quella sulla casa, che vedo ora più stringente che in passato anche per le prime generazioni”. Con il suo modello di accoglienza diffusa Reggio è considerata un modello di inclusione, che viene perseguito anche nelle scuole. Qui, spiega una pedagogista dell’Istituzione Nidi e Scuole di infanzia, “abbiamo nei servizi educativi 0-6 anni 544 bambini, il 22% del totale, con l’11% negli asili nido e il 27% nelle scuole dell’infanzia”.

Per Francesca Bedogni, sindaco di Cavriago e consigliera provinciale delegata ai temi sociali, “gli amministratori locali possono fare poco, l’unica strada percorribile è quella di una comunità che agisce unita”. E se per gli stranieri che arrivano in Italia le cose non sono semplici, lo stesso vale per i nostri connazionali (circa sei milioni quelli censiti) emigrati all’estero. Lo sottolinea il coordinatore nazionale della Filef Pietro Lunetto, che nel 2021 ha scritto un libro sull’argomento basato sui dati di una ricerca che ha svolto.

“Come per quella storica, anche la migrazione degli italiani deriva da un percorso di necessità, dal desiderio di costruire un progetto di vita che qui è negato”. Ma fuori non tutti riescono a realizzarsi: “Molti fanno lavori impiegatizi o umili e affrontano gli stessi problemi degli stranieri: la lingua, l’alloggio, la scuola e la burocrazia”. Inoltre, sottolinea infine Lunetto, “sono spesso in solitudine e l’aiuto di cui necessitano lo chiedono su un gruppo di Facebook”.