Sanità, medici di emergenza in stato di agitazione

25 agosto 2022 | 16:10
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Sanità, medici di emergenza in stato di agitazione

Lo Snami segnala “comportamenti unilaterali” adottati dalla direzione generale dell’Ausl in merito ai turni di lavoro di settembre”. L’Ausl: “Turni, stesse modalità dei mesi precedenti. Il 1° settembre l’incontro con i sindacati”

REGGIO EMILIA – Entrano in stato di agitazione i Medici di emergenza territoriale (Met) di Reggio Emilia: lo annuncia lo Snami, a seguito dei “comportamenti unilaterali” adottati dalla direzione generale dell’Ausl in merito ai turni di lavoro di settembre per il personale del Dipartimento emergenza-urgenza (Deu).

Nel mirino dello Snami c’è una nota inviata oggi dalla direttrice generale Cristina Marchesi. In questa comunicazione, “in totale violazione dei principi di un corretto pre-confronto e senza alcuna obbligatoria concertazione sindacale – afferma la presidente dello Snami provinciale, Samanta Papadia, nella comunicazione indirizzata ad Azienda, Regione Emilia-Romagna e Prefettura – la direttrice ha diramato ed impartito d’imperio e sua sponte diposizioni rispetto i turni di lavoro di settembre, incoerenti con il contratto e l’inquadramento dei professionisti, definendone anche ed altrettanto unilateralmente la retribuzione”, per compiti e funzioni contemporanei “espressamente vietati” dall’intesa sancita con la delibera regionale dell’1 agosto.

Per lo Snami, queste “inopinate modalità impositivo-direttoriali dimostrano la espressa volontà di reiterare modelli e modalità di lavoro tesi a costringerere i professionisti ad assumere in via contestuale pluricompiti ritenuti dagli stessi rischiosi, quali l’assunzione di funzioni contemporanee di medico di pronto soccorso e medico di emergenza sanitaria territoriale senza aver il più delle volte la possibilità di poter passare le consegne in maniera compiuta e puntuale per l’intervento in territorio”. Si tratta di disposizioni rivolte a “medici privi di titoli ed inquadramento per i compiti di assistenza ospedaliera, già pluriennalmente utilizzati in modalità discutibili – continua Papadia – per coprire i tanti buchi del sistema”.

Questo tema “è stato oggetto di specifico confronto e accordo regionale- ricorda Papadia – che ha superato questo modello organizzativo, ritenuto dai professionisti uno dei principali motivi di fuga dai servizi di emergenza urgenza”. Per queste ragioni, dunque, lo Snami “dichiara lo stato di agitazione e, trascorsi i termini previsti dalla legge per le procedure di raffreddamento e conciliazione, metterà in atto ogni legittima forma di protesta fino ad individuare e comunicare le date e le modalità di sciopero”.

Sempre lo Snami, intanto, segnala da Bologna che “grazie alle modifiche migliorative negoziate con l’assessore regionale Raffaele Donini apportate ai bandi della primavera scorsa, rimuovendo delle inutili incompatibilità non previste dalla legge, il numero di medici che ha presentato domanda per diventare Medico di emergenza territoriale risulta essere particolarmente elevato”. Diversamente dal passato, “tutti i poli didattici hanno ricevuto un numero di domande che ha ampiamente superato il numero di posti banditi, talvolta con un rapporto di quattro a uno come per la sede di Bologna-Ferrara”, spiega il presidente dello Snami bolognese Roberto Pieralli.

Lo Snami chiede dunque alla Regione di “allargare la partecipazione alla totalità dei medici candidatisi, circa 200 a quanto ci risulta”. Per il sindacato “c’è assoluta necessità di formare con rapidità ed efficacia nuovi professionisti in grado di sostenere il sistema regionale di emergenza- sottolinea Pieralli- anche nell’ambito delle progettualità definite nelle recenti intese per il supporto ai Pronto soccorso, oltre che scongiurare la chiusura di automediche come viene patentato in alcune aree emiliane dove i mezzi di soccorso medicalizzati hanno già subito inaccettabili tagli e soppressioni”.

La replica dell’Ausl
La Direzione dell’Azienda Usl precisa che, “in coerenza con quanto comunicato dal direttore dell’assessorato regionale sanità e politiche sociali, si è limitata a proporre i turni di presenza dei Met nei Pronto Soccorso della provincia con le stesse modalità dei mesi precedenti, in attesa di definire un accordo locale. Il tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali è già fissato per il 1° settembre e, riguardo al trattamento economico, si è previsto di applicare la tariffa massima definita dall’accordo regionale. L’unico obiettivo dell’azienda, nel rispetto dei diritti delle parti, è quello di continuare a garantire ai cittadini della provincia un’assistenza adeguata e tempestiva in un settore delicato, essenziale ed importante come quello dell’emergenza”.