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Caldo e siccità anticipano la vendemmia

5 agosto 2022 | 14:41
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Caldo e siccità anticipano la vendemmia

Si parte subito dopo Ferragosto, Catellani (Cia): “Ci saranno cali di produzione, ma la qualità dell’uva è buona”

REGGIO EMILIA – Il caldo tropicale fa anticipare la vendemmia reggiana, che partirà “subito dopo Ferragosto”. Lo dice Lorenzo Catellani, presidente Cia Reggio, secondo cui quest’anno ci saranno significativi cali di produzione, ma la qualità dell’uva “è molto buona”.

L’annata, spiega Catellani, “era partita in ritardo a causa di alcune ondate di freddo primaverile, ma poi l’andamento climatico ha notevolmente accelerato i tempi tradizionali dei vitigni e sta portando a un consistente anticipo sull’avvio della vendemmia”.

Con le uve bianche, presenti soprattutto in collina, si partirà quindi subito dopo Ferragosto. La vendemmia delle uve rosse – dalla via Emilia fino al fiume Po – inizierà invece già a fine agosto. In provincia di Reggio Emilia, viene ricordato, sono presenti 8.000 ettari di vigneti, con un raccolto che l’anno scorso ha raggiunto circa 1,4 quintali di uva.

“Quest’anno la produzione è prevista in calo tra il 10 e il 20%” perché “dove non è piovuto e non si è riusciti a irrigare, i danni sono evidenti” e in alcune zone come quella delle ceramiche, dove si sono aggiunte anche forti grandinate, il calo di produzione potrebbe toccare il 30%.

Per quanto riguarda le quotazioni dei prodotti reggiani, informa Catellani, “sono in linea con gli anni passati nonostante le difficoltà dell’annata, ma la marginalità si è molto ridotta”. Anche gli imprenditori agricoli della filiera vitivinocola, infatti, fanno i conti con l’esplosione del costo del gasolio e delle bollette energetiche, ma anche con i rincari sulle bottiglie di vetro, i tappi, i noleggi dei container, le etichette e gli imballaggi. “I prezzi sono alle stelle, e non sempre il materiale è disponibile”, spiega ancora Catellani.

Infine sull’intero settore si addensano le nubi portate dalla “flavescenza dorata”, una patologia che causa la perdita della produzione “e sta provocando l’estirpazione di migliaia di piante sull’intero territorio reggiano, la cui proliferazione è dovuta soprattutto ai cambiamenti climatici”. Catellani chiede quindi interventi urgenti di sostegno al comparto “che l’agricoltura, da sola, non può sostenere”.