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Addio a Mikhail Gorbaciov, l’ultimo presidente sovietico

31 agosto 2022 | 18:33
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Addio a Mikhail Gorbaciov, l’ultimo presidente sovietico

Aveva 91 anni. Dopo la fine della Guerra fredda e il Nobel per la Pace aveva firmato la morte dell’Urss, definita poi da Vladimir Putin “una catastrofe”

ROMA – È morto Mikhail Gorbaciov, l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica: lo ha riferito l’ospedale centrale di Mosca, citato dall’agenzia di stampa Tass. Secondo le informazioni diffuse dalla clinica, l’ex dirigente è scomparso questa sera a 91 anni, “dopo una grave e lunga malattia”.

DALLA “PERESTROJKA” ALLA FINE DELLA GUERRA FREDDA

Al vertice del Partito comunista sovietico e dell’Urss dal 1985 al 1991, Gorbaciov fu sostenitore di riforme ad ampio spettro, con la “perestrojka”, la transizione economica e sociale, e la “glaznost”, il principio dell’apertura, della liberalizzazione e della trasparenza. Sotto la sua guida, si innescarono processi internazionali che condussero da un lato alla fine della Guerra fredda con gli Stati Uniti, anche attraverso la firma nel 1988 con il presidente americano Ronald Reagan dell’accordo che permise di superare il contenzioso nucleare sugli “euromissili”, e dall’altro alla riunificazione della Germania e alla disgregazione dell’Urss.

Per l’impegno in favore di pace e distensione, Gorbaciov fu insignito della medaglia Otto Hahn nel 1989 e del Nobel per la pace nel 1990. Firmò poi lo scioglimento dell’Unione Sovietica il 26 dicembre 1991, pochi mesi dopo che diverse repubbliche dell’Urss avevano proclamato la propria indipendenza. Tra queste l’Ucraina, dove il 24 agosto di quell’anno a votare per la separazione da Mosca erano stato il locale parlamento sovietico.

“LA PEGGIORE CATASTROFE GEOPOLITICA DEL XX SECOLO”

Al netto dei riconoscimenti internazionali, negli ultimi decenni Gorbaciov non ha goduto di popolarità in Russia, sia alla luce delle difficoltà economiche e sociali all’interno sia della perdita di influenza del Paese all’esterno. La disgregazione dell’Urss, con la fine del controllo di Mosca su ampi territori già parte dell’impero zarista dall’Ucraina al Kazakistan e la parallela avanzata verso oriente della Nato, avevano peraltro portato l’attuale presidente Vladimir Putin a definire la fine dell’esperienza sovietica “la peggiore catastrofe geopolitica del XX secolo”.

Negli ultimi anni Gorbaciov era intervenuto di rado sulle vicende della politica russa e così era stato, anche a causa della sua malattia, anche dopo l’inizio dell’offensiva militare di Mosca in Ucraina il 24 febbraio di quest’anno.

LE ORIGINI DELLA FAMIGLIA, CONTADINA E RUSSO-UCRAINA

L’ultimo presidente dell’Urss era nato il 2 marzo 1931, nel villaggio di Privolnoye, nel sud-ovest della Russia sovietica. Entrambi i suoi nonni avevano lavorato nei “gulag”, vittime delle repressioni dei tempi di Stalin. La sua era una famiglia contadina, russa e ucraina allo stesso tempo, oggi forse solo una nota a pie’ pagina in tempi di guerra.

MATTARELLA: “GORBACIOV HA SEGNATO STORIA EUROPEA ED EQUILIBRI MONDIALI”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Con la morte di Mikhail Sergeevi Gorbaciov scompare una figura che ha profondamente segnato la storia europea e gli equilibri mondiali nell’ultimo scorcio del ventesimo secolo. Statista insigne, sin dal momento della sua elezione alla guida dell’Urss Gorbaciov ha suscitato in patria e all’estero importantissime aspettative di cambiamento“.

Il capo dello Stato prosegue: “Ha perseguito con tenacia l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini e di dischiudere alla comunità internazionale prospettive di pace e di collaborazione che sarebbero state inimmaginabili senza il suo fondamentale contributo, come poi riconosciuto con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace. In lui – osserva Mattarella – convivevano sincero attaccamento alle proprie radici e capacità di ascoltare e comprendere le ragioni degli altri, con il coraggio della consapevolezza che la preservazione della pace rappresentasse il valore più alto e la chiave di volta per la costruzione di un mondo migliore per tutti. Il debito nei suoi confronti è grande, soprattutto da parte degli europei”.

DRAGHI: “MESSAGGIO DI PACE DI GORBACIOV ANCORA ATTUALE”

“Mikhail Gorbaciov ha segnato la storia recente della Russia, dell’Europa, del mondo. Dopo una vita nel Partito Comunista, ha posto fine con coraggio e determinazione all’esperienza dell’Unione Sovietica e cercato di costruire una nuova stagione di trasparenza, diritti, libertà”. Questo il messaggio del presidente del Consiglio, Mario Draghi, sulla morte di Gorbaciov. “Il suo desiderio di pace, la sua opposizione a una visione imperialista della Russia gli sono valsi il Premio Nobel. Sono messaggi quanto mai attuali davanti alla tragedia dell’invasione dell’Ucraina”, conclude il premier.

VON DER LEYEN: “HA APERTO IL CAMPO ALL’EUROPA LIBERA”

I vertici delle istituzioni europee ricordano l’operato di Mikhail Gorbaciov, l’ultimo presidente sovietico deceduto martedì sera a Mosca. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen lo ha definito “un uomo che ha giocato un ruolo cruciale nella fine della Guerra fredda e ha aperto il campo all’Europa libera”.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel rievoca la figura di un uomo che “ha dedicato la sua vita al servizio pubblico con un profondo impegno per la pace e la libertà“. Ricordando il giorno dell’incontro in cui Gorbaciov e George H.W. Bush proclamarono a Malta la fine della Guerra Fredda, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola si riferisce all’ex leader sovietico come “un’ispirazione per un mondo migliore e più libero“.

“Ha aiutato a fermare la guerra fredda e a cambiare radicalmente la sicurezza globale, inaugurando un’epoca di sana cooperazione reciproca: un’epoca ora svanita e urgentemente necessaria”, ha scritto in un tweet l’alto rappresentante per la Politica estera europea Josep Borrell. Anche il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni ha voluto ricordare il leader sovietico. “Gorbaciov ha cambiato la Storia. Osannato, poi sconfitto e oggi in patria deriso, con le sue riforme ha accompagnato il crollo delle dittature comuniste e ha acceso la speranza di democrazia in Russia e di disarmo nel mondo. Una speranza che deve tornare”, ha scritto in un tweet Gentiloni (Fonte Dire).