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Silk Faw, la Cgil: “L’azienda ci convochi”

25 luglio 2022 | 19:08
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Silk Faw, la Cgil: “L’azienda ci convochi”

Il segretario Sesena: “Troppe ombre su piano e destino lavoratori”

REGGIO EMILIA – Le rassicurazioni di Silk Faw in ordine alla prosecuzione del progetto per la produzione di supercar elettriche a Reggio Emilia non convincono del tutto la Cgil reggiana. Secondo cui, infatti, “è sicuramente positivo che la multinazionale sino americana sia uscita da mesi di silenzio e abbia riconfermato i propri impegni nel confronto di Comune e Regione”, ma “resta però il fatto che per mesi l’azienda è letteralmente scomparsa dai radar e ha perso importanti collaboratori, minando di fatto la propria credibilità”.

I dubbi del sindacato, che chiede all’azienda un incontro, li esterna il segretario generale Cristian Sesena spiegando: “La nostra prima preoccupazione è verso gli attuali dipendenti di Silk-Faw, per i quali si era parlato di cessazione anticipata del lavoro. Quale sarà il loro destino?”. Rispetto poi “alla promessa di creare 1.000 posti di lavoro a regime, tutti a tempo indeterminato, che ci erano stati annunciati nell’unico incontro che abbiamo avuto assieme a Cisl e Uil, sono da ritenersi confermati? Non si penserà di risolvere tutto con una cerimonia di posa della prima pietra, perché di kermesse ce ne sono state già”.

Continua Sesena: “Sono i fatti che in questi mesi sono mancati. Non esistono infatti ancora certezze sul piano industriale che i sindacati hanno chiesto di conoscere mesi fa”. Inoltre “il contesto di mercato, alla luce anche della guerra in Ucraina, è profondamente mutato e per la Cgil è essenziale capire non solo quando ma come si intende procedere”.

Pertanto, conclude Sesena, “chiediamo all’azienda di convocarci e condividere nel dettaglio il proprio piano finanziario e industriale e alle amministrazioni locali di dare gambe al Patto per il lavoro che abbiamo sottoscritto assieme a tutti i player economici locali e che prevede, tra l’altro, la possibilità di ragionare nel merito dei progetti di forte impatto sociale sul territorio”.