Cingolani: “Dalla siccità impatto pesantissimo sul settore energia”

2 luglio 2022 | 17:37
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Cingolani: “Dalla siccità impatto pesantissimo sul settore energia”

“Tutti i problemi sono collegati fra loro”, dice il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ricordando l’importanza degli impegni del PNRR sulla gestione dell’acqua

ROMA – La carenza di acqua ha “un impatto pesantissimo sul settore energetico, abbiamo impianti idroelettrici che senza portata dei fiumi non producono, abbiamo impianti termoelettrici che non possono essere raffreddati perché non c’è acqua, ed erano stati costruiti vicino ai fiumi per questo”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice su SkyTg24. Questo dimostra come “nella realtà tutti i problemi sono collegati fra loro“, rileva Cingolani, “se non ho acqua non solo soffre l’agricoltura ma c’è un effetto molto forte sul settore energia”.

Di fronte a tutto ciò “se non rispettiamo il programma del PNRR sulle acque reflue, la desalinizzazione e tutte le cose scandalose che interessano la gestione dell’acqua, perdiamo forse l’ultima occasione di mettere una toppa”, avverte il ministro, perché “sui tre anni senza pioggia non possiamo farci niente, ma attrezziamoci”.

La Russia, agendo sui volumi di gas forniti da Gazprom, “nel nostro caso ha ridotto di circa il 15% il flusso normale” e con le due settimane di chiusura per manutenzione del gasdotto Nordstream che rifornisce la Germania annunciate, “i prezzi aumenteranno ancora”. Però se la Russia chiude del tutto il rubinetto “per noi è un problema ma sarebbe un problema maggiore per altri paesi europei” meno attrezzati di noi. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice su SkyTg24.

Anche per questo nel dl Bollette “abbiamo dato al Gestore dei servizi energetici- GSE l’opportunità con un grosso prestito per operare su tutti i mercati tutti”, spiega Cingolani, infatti “in passato ci sono stati i grandi operatori come Eni e Enel che mettevano fieno in cascina comprando gas, e poi i trader che comprano gas e lo rivendono guadagnando sulla compravendita. Però con il prezzo che è passato da 20 centesimi a 1 euro al metro cubo questi operatori sono in difficoltà e non hanno più liquidità”. Insomma, “i trader non ce la fanno- segnala il ministro- e quindi con un grosso prestito abbiamo chiesto al GSE di intervenire e sostituire questo settore di operatori di mercato che non ce la fanno”.

Nel settore gas “ogni anno dobbiamo accumulare piu di 10 miliardi di metri cubi gas per l’inverno, quando ci sono i picchi di consumo”, ed “è una corsa, perché con la guerra in Ucraina il grande fornitore dell’Europa, la Russia, ha chiuso i rubinetti”. Ora, “è chiaro che è una cosa difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive”, però “un conto è dire abbassiamo la temperatura del riscaldamento, un grado in meno è probabile, o fare qualche mese con le centrali a carbone, ma solo temporaneamente per risparmiare gas”, e “un altro conto è dire dobbiamo interrompere le attività”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice su SkyTg24. Questo, lo stop alle attività, “noi cerchiamo di non farlo, ma siamo in una situazione abbastanza buona” che consente di non doverlo fare, conclude Cingolani.

Per l’accumulo delle riserve di gas “siamo ancora al 60% degli stoccaggi, dobbiamo arrivare al 90% a novembre”. Ci arriveremo? “Si, abbiamo messo in campo misure straordinarie”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice su SkyTg24. “Se arriviamo a fine anno al 90% di riempimento dobbiamo sapere che il prossimo anno arriveranno le nuove forniture di gas” negoziate con paesi africani e non solo, ricorda Cingolani.

“Il periodo critico è questo perché noi dall’anno prossimo sappiamo che arriveranno le nuove forniture“, spiega il ministro, “il cammino è molto sicuro, diciamo che ora dobbiamo scollinare, superare questo inverno con gli stoccaggi pieni” (fonte Dire).