Truffe e furti in tutta Italia per oltre un milione di euro: 16 arresti

16 giugno 2022 | 11:47
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Truffe e furti in tutta Italia per oltre un milione di euro: 16 arresti

Operazione Ghost: 48 indagati. Tutto partì dal furto di un bancomat a un prete di San Polo. La banda è stata tradita da un acquisto sul web

REGGIO EMILIA – Il furto subìto il 28 ottobre 2018 dal parroco di San Polo, a cui rubarono dalla canonica bancomat e carta di credito, poi utilizzatI per operazioni finanziarie illecite. E’ l’episodio da cui sono partite le indagini dei Carabinieri reggiani relative all’operazione “Ghost” contro una banda organizzata specializzata in furti e truffe sul web. L’attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore Giulia Stignani si è svolta tra il luglio del 2018 e l’aprile del 2019 ed è sfociata in un’ordinanza del Gip Dario De Luca emessa lo scorso 25 maggio, che i militari hanno eseguito la scorsa notte.

All’inchiesta, particolarmente impegnativa per la necessità di incrociare una gran mole di dati telematici, ha contribuito anche il servizio Antiriciclaggio di Poste italiane. Le persone indagate sono 48, 17 delle quali destinatarie di misure cautelari (16 arresti). Sono accusate a vario titolo e in concorso di 448 capi di imputazione provvisori connessi alle ipotesi di reato di associazione a delinquere, furto aggravato, truffa e riciclaggio. Nello specifico sono 55 i furti contestati e 212 le frodi, a danno di 262 persone offese finora individuate.

Molto eterogenea la platea delle vittime – dai 20 agli 80 anni – in cui compaiono casalinghe e pensionati, ma anche dirigenti d’azienda che si occupano di sicurezza informatica. Perquisizioni da parte di 100 carabinieri supportati dal nucleo elicotteri di Forlì e da quello cinofilo di Bologna sono tuttora in corso nelle province di Reggio Emilia, Bologna e Bolzano, dove risiede uno degli indagati. Sequestrati tra l’altro 10.000 euro in contanti e degli orologi Rolex del valore di 100.000 euro.

L’organizzazione, spiega il procuratore di Reggio Emilia, Calogero Gaetano Paci, agiva con una rigida suddivisione di compiti. Una prima “batteria” si occupava dei furti perpetrati soprattutto nei confronti di anziani, spesso all’esterno di supermercati e centri commerciali. Le vittime venivano avvicinate e distratte con la scusa di informazioni o falsi danni ai veicoli, quindi derubate di borse o borselli lasciati incustoditi. In questi casi le carte telematiche, spesso riposte insieme ai codici “pin” per il loro utilizzo, venivano subito svuotate con prelievi e versamenti dei contanti ottenuti su carte PostePay (intestate a prestanome) in uso al sodalizio.

Una seconda “divisione”, composta per lo più da donne, si occupava invece delle truffe online. Sostanzialmente tre le modalità adottate: la prima consisteva in falsi annunci di vendita di prodotti (o di affitto di case vacanze). I truffatori chiedevano alle vittime degli acconti per poi diventare dei “fantasmi”. Una variante di questo metodo era praticata sulla piattaforma “Paypal” dove, per aggirare i meccanismi di tutela che il sito offre, si suggeriva ai truffati di utilizzare il canale di transazioni “tra amici e parenti”, dove queste non sono contemplate. Infine c’era la cosiddetta truffa della “ricarica al contrario” in cui le vittime venivano indotte a operare a sportelli bancomat postali per ricevere il pagamento di beni che avevano messo in vendita sulla rete. In realtà effettuavano a loro insaputa dei bonifici (anche plurimi) su schede ricaricabili della banda.

“Un caso che ci ha particolarmente colpito – spiegano i carabinieri guidati dal colonnello Andrea Milani – riguarda una donna di 80 anni a cui sono stati rubati 7.000 euro. Alla denuncia ha allegato una lettera chiedendo di trovare i responsabili perché era la somma messa da parte per il suo funerale”. Il procuratore Paci invita chi non avesse ancora denunciato di essere stato raggirato a farlo “non solo per ottenere un indennizzo ma anche per aiutare gli inquirenti”. Per ironia della sorte a tradire l’organizzazione è stato proprio un acquisto online effettuato da uno dei suoi componenti, da cui i carabinieri sono poi risaliti a tutti gli altri.