Nuovi contratti, solo uno su cinque è a tempo indeterminato

14 giugno 2022 | 16:23
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Nuovi contratti, solo uno su cinque è a tempo indeterminato

Saranno 11.150 nel trimestre giugno-agosto con una flessione del 7,8% rispetto allo stesso periodo del 2021

REGGIO EMILIA – Sebbene rappresentino oltre un quinto di quelli previsti, i nuovi contratti di lavoro che saranno stipulati nel trimestre giugno-agosto nella nostra provincia mostrano una flessione del 7,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, segnato da una forte espansione dopo la crisi vissuta nel 2020.

Le previsioni trimestrali parlano, complessivamente, di 11.150 nuovi contratti e, pur crescendo sensibilmente rispetto al maggio scorso (+28,1%), sarà il mese di giugno a marcare le maggiori differenze rispetto ad un anno fa, con un -14,4% pressochè tutto addebitabile all’industria (-18%), mentre il comparto dei servizi si presenta stabile (-0,3%).

Stando su orizzonti più ristretti e comparando le previsioni per giugno all’andamento dello scorso mese di maggio, invece, le conclusioni sono opposte e parlano di una crescita piuttosto rilevante; un dato, questo, forse più indicativo se si considera che lo scorso anno la crescita era in qualche modo “viziata” dal confronto con un anno terribile come il 2020 e da una straordinaria velocità di ripresa.

I dati analizzati dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia, al proposito, evidenziano un aumento dei nuovi contratti del 28,1% nel corrente mese di giugno rispetto a maggio e un incremento complessivo del 5% nel trimestre giugno-agosto 2022 rispetto al trimestre precedente. Le entrate previste si concentreranno per il 62% nel settore dei servizi e per il 56% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.

Le previsioni per giugno vedono anche un rilevante incremento nell’industria (oltre un 34% in più rispetto al mese di maggio), principalmente grazie alle industrie meccaniche ed elettroniche (470 nuove assunzioni) ed alle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (340 nuovi addetti).

Buona anche la crescita dei servizi, con un incremento del 24,5% dei nuovi contratti; in quest’ambito primeggiano i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con 780 nuovi ingressi, seguiti dai servizi alle persone, con 490 ingressi. Nel 21% dei casi, le entrate previste saranno stabili, ossia con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 79% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Guardando l’area funzionale di inserimento, il 48,8% dei profili mensili ricercati sarà destinato alla produzione di beni ed erogazione di servizi, il 15% si occuperà di aspetti inerenti la logistica, il 13,3% all’area tecnica e di progettazione, il 13,1% assumerà ruolo nelle funzioni commerciali e di vendita, mentre il 5,6% verrà invece coinvolto nell’amministrazione e il  4,3 %, nell’area direzione e servizi generali.

Continua, intanto, a manifestarsi il gap tra offerta e domanda di lavoro: nel 47% dei casi le imprese prevedono di incontrare difficoltà nel trovare i profili professionali desiderati. Tra i profili ad alta specializzazione, quelli più difficili da individuare sono: farmacisti, biologi a altri specialisti delle scienze della vita (nell’84,6% dei casi di difficile reperimento), tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione (64,4 %), specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (nel 60,6% dei casi  di difficile reperimento), tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (56,9%).

Nell’ambito dei servizi, di difficile reperimento appaiono gli operatori della cura estetica (nel 52,4% dei casi) e gli operatori dell’assistenza sociale, in istituzioni o domiciliari (51,4 %). Tra gli operai, invece, sono di difficile reperimento i conduttori di mezzi di trasporto (nell’80% dei casi), gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta (68%) e gli operai specializzati nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche ( 62,1 %).

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