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Minori, Spadaro: “Il tribunale deve avere i suoi servizi sociali”

30 giugno 2022 | 15:17
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Minori, Spadaro: “Il tribunale deve avere i suoi servizi sociali”

Il magistrato minorile è stato ascoltato in commissione affidi regionale

REGGIO EMILIA – “I servizi sociali, per come intendo io, per la mia visione, quelli che devono collaborare con l’autorità giudiziaria minorile, dovrebbero essere separati dal servizio sociale territoriale”. Lo afferma Giuseppe Spadaro, attuale presidente del Tribunale per i minorenni di Trento che a giugno del 2019, quando scoppiò l’inchiesta “Angeli e demoni” sui presunti affidi illeciti di bambini in provincia di Reggio Emilia, era a capo del Tribunbale minorile di Bologna dove ha operato dal 2013 al 2020.

Il magistrato, che a dicembre di tre anni fa era stato ascoltato dalla commissione d’inchiesta sugli affidi istituita dalla Regione Emilia-Romagna, è comparso mercoledì scorso in audizione davanti a quella bicamerale che indaga sul tema in Parlamento, presieduta dalla deputata di Parma Laura Cavandoli (Lega). “Se il servizio sociale territoriale è lo stesso che mi segnala una situazione di pregiudizio e poi devo sempre fare capo allo stesso servizio sociale, allo stesso assistente sociale”, spiega Spadaro, “è come se un pubblico ministero ricevesse una segnalazione dalla squadra Mobile di una rapina che è stata commessa e poi si chiedesse alla stessa squadra Mobile di adoperarsi affinché il rapinatore recuperi socialmente, si riadatti e quant’altro”.

Inoltre, sostiene il magistrato, la “separazione” degli assistenti sociali aiuterebbe a risolvere un altro aspetto critico nel rapporto con i genitori naturali a cui il minore è sottratto. “Non fosse altro perché quel genitore sa bene di essere stato segnalato in virtù di un intervento del servizio sociale, è ovvio che avrà un atteggiamento non dico di ostilità, ma di prevenzione, perché si è visto inquisito, si è visto ‘segnalato’ da quel servizio sociale”. Quindi, conclude Spadaro, “lì necessita l’intervento di un servizio altamente qualificato che sia alle dipendenze della magistratura minorile e che sia con delle persone fisiche diverse”.

Tra le domande poste dai commissari anche quella del senatore leghista Simone Pillon, che ha chiesto tra l’altro perché nell’inchiesta reggiana non siano stati ascoltati i minori. “Sui minori di Bibbiano- risponde Spadaro- a memoria non ricordo che ve ne fossero di età superiore ai 12 anni, probabilmente neanche ai 10. Per cui credo che lì l’autorità giudiziaria non dovesse disporre un’audizione. Però vado a memoria”.