Metalmeccanica, la produzione rallenta

9 giugno 2022 | 17:09
Share0
Metalmeccanica, la produzione rallenta

Il conflitto in Ucraina ha inasprito la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime e reso più difficile il reperimento di materiali e forniture necessarie per le attività produttive

REGGIO EMILIA – Nel primo trimestre dell’anno in corso, l’attività produttiva delle aziende metalmeccaniche della provincia di Reggio Emilia evidenzia alcuni segnali di rallentamento dovuti agli ulteriori forti rincari energetici e delle materie prime e alle ripercussioni della guerra in Ucraina. Il conflitto, infatti, ha inasprito ancor di più la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime, reso più difficile il reperimento di materiali e forniture necessarie per le attività produttive e le incognite sulla sua durata accrescono il clima di incertezza a livello globale.

Nello specifico, la crescita della produzione industriale si è fermata al 11,1%, rispetto all’analogo periodo del 2021. In questo caso va rilevato che il confronto è avvenuto con un trimestre che era ancora profondamente condizionato dalla pandemia. Analogo l’andamento del fatturato, che nel trimestre segna un incremento del 10,3% su base annuale. Un contributo positivo all’attività produttiva metalmeccanica è stato dato dalle esportazioni, punto di forza delle imprese reggiane.

L’occupazione nel settore metalmeccanico ha registrato un incremento di circa 3 punti. Gli indicatori previsivi relativi ai prossimi tre mesi segnalano valutazioni ancora positive ma in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione.

“In questo nuovo scenario le prospettive di crescita dell’economia sono state ulteriormente riviste al ribasso dai principali istituti di ricerca economica – afferma Alberto Rocchi, Presidente del Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia – Le attese delle imprese sono, infatti, fortemente condizionate dalle conseguenze economiche e umanitarie del conflitto russo-ucraino. Vi sono alcune imprese che potrebbero interrompere o ridurre la propria attività a causa dell’incremento dei costi energetici o dell’interruzione delle forniture di materie prime e componenti. In un momento così difficile occorre mettere in campo tutti gli strumenti volti a difendere la competitività delle imprese italiane. Penso ad esempio al taglio del cuneo fiscale e contributivo, che avrebbe il duplice vantaggio di sostenere la competitività delle nostre imprese e al tempo stesso di difendere il potere di acquisto dei lavoratori”.