Silk Faw perde pezzi: dopo Felisa se ne va anche Fedeli

4 maggio 2022 | 12:48
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Silk Faw perde pezzi: dopo Felisa se ne va anche Fedeli

L’ingegnere lascia l’incarico di executive vice president innovation & technology per assumere il ruolo di technical officer alla Aston Martin

REGGIO EMILIA – Dopo Amedeo Felisa la Silk Faw perde un altro top manager. Si tratta di Roberto Fedeli che ha seguito l’ex ad di Ferrari alla Aston Martin. Il cda della casa automobilistica britannica ha infatti nominato Felisa ad e Roberto Fedeli Chief technical officer. L’ingegnere pisano lascia così l’incarico di executive vice president innovation & technology alla Silk Faw.

Solo un mese fa Roberto Fedeli, in una intervista concessa al Sole 24 Ore, aveva confermato il progetto di Silk Faw e aveva detto: “Noi ci troviamo in una fase di costruzione del portfolio di prodotti. Contiamo di lanciare il primo prodotto, la S9, a partire da fine 2023-inizio 2024. Un secondo prodotto, full electric, si affaccerà alla fine del 2024”.

Dunque dopo Felisa, che aveva lasciato la Silk Faw nell’ottobre scorso dove ricopriva il ruolo di special advisor e membro del senior advisory board, ora anche Fedeli se ne va dalla joint venture sinoamericana, a dimostrazione di come il progetto per la realizzazione di una nuova fabbrica automobilistica a Reggio Emilia stia affrontando grosse difficoltà operative. A queste due importanti figure bisogna aggiungere anche l’addio dell’ex responsabile commerciale Paolo Gabrielli che se n’è andato dopo soli otto mesi.

Tutto questo avviene mentre l’azienda sino americana (Silk Ev ha l’85% e il colosso cinese Faw il restante 15%), che dovrebbe costuire una fabbrica di supercar elettriche a Gavassa con un investimento di un miliardo e 300 milioni, è alla disperata caccia di soldi. Nell’immediato servono almeno 200 milioni. Jonathan Krane, il finanziere newyorchese ideatore del progetto, dovrebbe dar vita, entro 6-9 mesi, a una raccolta fondi sul mercato dei capitali Usa e del Middle East per raccogliere questi soldi, ma non sarà facile in una fase geopolitica così difficile e senza nemmeno uno stabilimento realizzato (il terreno non è ancora stato rogitato), riuscire a raggranellare questa somma sul mercato.