Minori, il maresciallo che indagò su Bibbiano: “Così scavammo e trovammo”

11 maggio 2022 | 17:58
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Minori, il maresciallo che indagò su Bibbiano: “Così scavammo e trovammo”

Giuseppe Milano alla commissione parlamentare di inchiesta dice che i report dei servizi sociali avevano “dei connotati medievali, in cui le fonti potevano essere anche le ‘voci di paese'”

REGGIO EMILIA – A meno di un mese dall’inizio del processo ordinario di primo grado, fissato in Tribunale a Reggio Emilia il prossimo 8 giugno, si torna a parlare della vicenda “Angeli e Demoni”. Dopo quella del pubblico ministero titolare dell’inchiesta Valentina Salvi e di Luca Ponzi, giornalista Rai Emilia-Romagna, la commissione parlamentare di inchiesta sul tema degli affidi di minori, presieduta dalla deputata Laura Cavandoli della Lega, ha nuovamente scavato ieri sui cosiddetti “fatti di Bibbiano” con un’altra audizione.

Ad essere ascoltato, questa volta, il maresciallo capo dei carabinieri Giuseppe Milano, in forza al nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia, che svolse le indagini poi deflagrate nell’operazione di fine giugno del 2019. Il motivo della convocazione dell’ufficiale Cavandoli lo motiva così: “Sulla vicenda di Bibbiano ci sono ormai alcuni punti fermi sul piano giudiziario ma le audizioni che abbiamo svolto ci hanno dato un quadro anche più ampio di disfunzioni, sia ordinamentali che procedurali che possono non essere reati ma che evidenziano un quadro preoccupante”.

Da qui la scelta di sentire l’investigatore sulle attività svolte, ricorda la parlamentare, “su una serie di discrasie emerse ma non considerate dal Tribubale dei minori come l’abnorme numero di allontanamenti di bambini in val d’Enza, irregolarità nei fascicoli e difformità tra quanto affermato dai servizi sociali e le conclusioni che avevano poi portato a assoluzioni o archiviazioni”.

Per prima cosa il maresciallo Milano chiarisce dunque: “Nè l’indagine nè il processo hanno come oggetto la scienza o la psicoterapia (come sostenuto dall’imputato Claudio Foti, ndr) ma non possiamo pretendere di coprire sotto l’egida della psicoterapia delle condotte penalmente rilevanti e ritenere la scienza un esimente di tali condotte”. Raccontando poi le analisi svolte sui fascicoli degli allontanamenti, molto numerosi, che provenivano dal territorio reggiano, l’esponente dell’Arma sottolinea che a colpirlo furono tra l’altro alcune “anomale cadenze temporali”.

E cioè “quasi in contemporanea si aprivano procedimenti penali in genere relativi a presunti maltrattamenti o abusi subiti dai minori. Ma, in prossimità di momenti giudiziali importanti come quello dell’archiviazione o dell’audizione del minore, perveniva una nuova relazione con un nuovo dichiarato del bambino”. Altro aspetto notato dai carabinieri, abituati a intercettare e trascrivere conversazioni, era che “nelle relazioni degli assistenti comparivano a volta anche decine di righe di virgolettati dei bambini, sebbene non vi fosse alcun audio allegato”. Per questo, spiega ancora Milano, “abbiamo ascoltato decine, se non centinaia di testimoni sui singoli fatti citati, anche per evitare che ci fosse una guerra tra bandiere, cioè tra un orientamento psicoterapeutico contro un altro”.

Come spiegato ai carabinieri dai consulenti tecnici della Procura, dice poi il maresciallo, “la totale alterazione dello stato mnestico ed emotivo dei minori allontanati è irreversibile: un bambino che cristalizza in sè il ricordo di essere stato abusato, vero o falso che sia, non è più grado di stabilire in futuro se quel ricordo è originario o meno. E qui c’è tutto il dramma dell’indagine”.

Infatti sottolinea Milano, “i bambini di Bibbiano sono tutti tornati dalle loro famiglie, ma una di loro ancora oggi afferma di essere stata stuprata dal padre quando una visita ginecologica ne ha attestato l’integrità”. Sul piano normativo, invece, sono state introdotte modifiche a garanzia dei genitori a cui i figli venivano sottratti, che possono ora accedere agli atti (prima secretati) e fare ricorso a enti terzi. “Molte famiglie si sono rivolte al Garante dell’Infanzia ma si è verificata una situazione del cane che si morde la coda perchè il Garante si rivolgeva agli assistenti sociali, che riproponevano le stesse relazioni oggi oggetto di falso”, spiega il maresciallo.

Anche la vicinanza tra tibunale dei minori e assistenti, secondo il carabiniere reggiano, potrebbe creare uno “squilibrio”. Quanto agli abusi riferiti nelle relazioni dei servizi, Milano dice che i report avevano “dei connotati medievali, in cui le fonti potevano essere anche le ‘voci di paese'”. Ultimo e delicato tema affrontato dal Carabiniere in audizione quello dell’affidamento dei bambini a coppie omosessuali, che la legge preclude salvo casi particolari. Qui c’è il rischio che “la strumentalizzazione dell’affidamento sine die rappresenti un modo per eludere questa previsione, con risvolti anche economici perché nell’affidamento i costi per il mantenimento del minore restano a carico del pubblico”.

Intanto sono 17 (su 22 richieste del Pm) i rinviati a giudizio per un totale di 97 capi di imputazioni rispetto ai 100 contestati. Nel rito abbreviato che si è concluso a novembre dell’anno scorso, è stata assolta l’assistente sociale Beatrice Benati mentre Claudio Foti, socio della Sie (società di sviluppo intelligenza emotiva) e direttore della più nota onlus Hansel& Gretel è stato condannato a 4 anni per lesioni gravissime e concorso in abuso d’ufficio (fonte Dire).