Due lavoratori in ospedale, sciopero alla Rubiera Special Steel

10 maggio 2022 | 17:32
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Due lavoratori in ospedale, sciopero alla Rubiera Special Steel

Rinaldi (Fiom): “La responsabilità degli infortuni non può ricadere sui lavoratori”

CASALGRANDE (Reggio Emilia) – “Visto il grave e doloroso ripetersi di infortuni presso la Rubiera Special Steel si è aperto lunedì con l’assemblea dei lavoratori un percorso di consultazione e mobilitazione considerato che questo tipo di eventi non possono essere derubricati a semplici casualità”. Così la Fiom di Reggio Emilia che lunedì pomeriggio ha incontrato l’azienda. Nell’incontro quest’ultima si è impegnata ad effettuare nuove assunzioni, rendendosi conto di essere sotto organico, ad investire in nuovi strumenti di prevenzione e a rafforzare la formazione.

Dichiara Marcello Rinaldi della Fiom di Reggio Emilia: “Queste sono risposte necessarie ma tardive. Se l’azienda avesse fatto queste scelte un anno fa probabilmente oggi non ci sarebbero due lavoratori in ospedale. Per questo motivo, insieme alla Rsu Fiom abbiamo deciso di proclamare una fermata in sciopero per sabato 14 maggio tutto il giorno (l’attività della fonderia va dal martedi al sabato)”. La Fiom è convinta nel sostenere che ad essere evitati siano gli infortuni e non gli scioperi, che invece sono lo strumento principale per dare voce alle giuste richieste dei lavoratori ed invita per questo tutti i dipendenti ad aderire alla mobilitazione di sabato.

Dice Simone Vecchi, segretario provinciale della Fiom: “Scioperare serve per due ragioni: dire chiaro e tondo che non si può mai scaricare la responsabilità degli infortuni sui lavoratori e che l’azienda non ha fatto abbastanza per evitarli, e nello stesso tempo per inviare un messaggio di vicinanza e solidarietà ai colleghi che oggi sono ancora ricoverati e che ci auguriamo possano prima possibile tornare al lavoro” .

Concludono le Rsu della Fiom e la Fiom provinciale: “La vita non ha un prezzo, e questo è il momento in cui i lavoratori devono dire se stanno dalla parte dei colleghi o se accettano che gli infortuni siano solo fatalità”.