Aemilia, la Cgil: “Verdetto Cassazione dice che si può reagire”

10 maggio 2022 | 17:12
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Aemilia, la Cgil: “Verdetto Cassazione dice che si può reagire”

Le Camere del lavoro: “Noi presenti e parti civili per attivare anticorpi”

REGGIO EMILIA – La Cgil dell’Emilia-Romagna e le Camere del lavoro di Modena e Reggio Emilia esprimono soddisfazione per la sentenza della Seconda Sezione Penale della Cassazione che – confermando 73 condanne su 87 – ha sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio del maxi processo Aemilia contro la ‘ndrangheta al nord. Un procedimento in cui i sindacati si sono costituiti parti civili in tutti i gradi di giudizio perché occorreva, spiegano, “difendere i diritti e soprattutto la libertà di lavoratrici e lavoratori, che nelle aziende a controllo mafioso erano invece sottoposte al giogo della ‘ndrangheta”.

Era inoltre necessario “attivare quegli anticorpi, fortemente presenti nella società emiliano- romagnola, per mettere in campo iniziative all’altezza della sfida che avevamo di fronte. Impedire cioè che le mafie, la criminalità organizzata, imprenditori e professionisti senza scrupoli inclini al compromesso mafioso, inquinassero irrimediabilmente la nostra economia e la nostra società”. Per questo, sottolineano le parti sociali, “come Cgil abbiamo partecipato, attraverso i nostri funzionari e i nostri delegati, a tutte le udienze del processo, dimostrando che alla criminalità organizzata e alle mafie è possibile reagire, che è possibile sconfiggerle”. E ancora: “Lo abbiamo fatto con Cisl e Uil, le istituzioni locali a partire dalla Regione e Libera”.

Le mafie, chiosa infatti la Cgil, “esercitano il loro potere attraverso il controllo sociale del territorio. Noi siamo impegnati a costruire una rete fra istituzioni, la società civile, le organizzazioni sindacali e cittadine e cittadini per rafforzare il controllo sociale di legalità, democratico e libero. Da qui passano gli anticorpi sociali necessari”. Ulteriore strumento e presidio di legalità, viene ricordato, è poi il “Patto per il lavoro e il clima” del dicembre 2020. La Cgil non si fa illusioni quando afferma: “Le indagini successive ad Aemilia, purtroppo tante, dimostrano che criminalità e mafie sono forti, attive e presente ancora sul territorio, e che come sempre tentano di depredarne le risorse inquinando la società”.

Questo, concludono le organizzazioni, “lo diamo ormai per scontato, come però è scontato che criminalità e mafie avranno nella Cgil un argine al loro agire e ai loro crimini, a partire dalla promozione dei diritti di lavoratrici e lavoratori e dalla difesa dalla loro libertà”. Sulla stessa linea il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, e i sindaci Andrea Carletti di Bibbiano, Elena Benassi di Brescello, Renzo Bergamini di Gualtieri, Fausto Torelli di Montecchio e Roberto Angeli di Reggiolo.

“La sentenza della Cassazione – affermano – stabilisce la chiusura di una importante fase processuale, ma è al contempo un’ulteriore occasione di stimolo per rinnovare l’impegno di istituzioni, cittadini, magistratura, forze dell’ordine e dell’intera comunità nel continuare a contrastare la criminalità organizzata in tutte le sue forme”.