Interventi

Guerra in Ucraina, gli studenti dell’Ariosto Spallanzani “connessi per comprendere”

11 aprile 2022 | 13:01
Share0
Guerra in Ucraina, gli studenti dell’Ariosto Spallanzani “connessi per comprendere”

Gli alunni si sono collegati con la giornalista reggiana Valeria Robecco, corrispondente Ansa da New York

REGGIO EMILIAGli studenti del liceo Ariosto Spallanzani si sono collegati con la giornalista reggiana Valeria Robecco, corrispondente Ansa da New York, per approfondire con lei il tema della guerra in Ucraina. Questa è la lettera che ci hanno mandato.

Siamo qui. Siamo connessi. Vogliamo sapere. Vogliamo comprendere. Mano al telefono e si comincia a lavorare. Così noi studenti del liceo Ariosto Spallanzani abbiamo deciso di armarci di tutta la nostra curiosità e interesse sull’attuale conflitto Russia-Ucraina… ma le notizie che troviamo in rete possono bastare?

Contraddizioni e fake news rischiano di ingannare noi che non disponiamo di conoscenze dirette su quanto stia effettivamente accadendo. Così, abbiamo deciso di porre alcune domande a chi ne sa più di noi perché esercita il mestiere, e che può presentare un quadro chiaro ed oggettivo dei fatti: la giornalista Valeria Robecco, corrispondente Ansa, nonché presidente della United National Correspondents’ Association, che ci ha gentilmente concesso il proprio tempo rispondendo ai nostri quesiti, fornendoci dati e notizie che ci hanno aperto a nuove riflessioni sulla situazione geopolitica globale attuale. Di questo la ringraziamo molto.

Noi giovani siamo spesso accusati di essere disinteressati alla realtà, di vivere nell’indifferenza. Vi dimostreremo che possiamo stupirvi. Le notizie che ci arrivavano, nate come brevi post online, sono presto diventate grandi titoli di giornale, normali argomenti di conversazione e causa di paure ed incertezze. Abbiamo sempre dato per scontato che nessuna guerra ci avrebbe più toccato, ci eravamo illusi che conflitti del genere non avrebbero coinvolto per l’ennesima volta l’Europa e l’Italia. Inevitabilmente queste discussioni hanno invaso anche la nostra aula, ma non era ancora abbastanza. Come approfondire?

I nostri professori hanno percepito il nostro desiderio, ed una in particolare ci ha fatto una proposta alla quale non potevamo dire di no: entrare in contatto con una giornalista reggiana corrispondente Ansa a New York che si sta attivamente occupando del conflitto. Abbiamo accettato questa offerta con grande entusiasmo, ma non volevamo ignorare il possibile interesse di altri studenti sulla vicenda in questione. Abbiamo pensato di ampliare tale possibilità al resto dell’istituto sfruttando l’occasione dell’Assemblea di Istituto del 13 aprile.

La nostra classe ha lavorato sodo per garantire la realizzazione di questo progetto, sia in ambiente scolastico sia continuando a casa, dividendoci i vari incarichi necessari al completamento dell’attività. Abbiamo creato una vera redazione giornalistica in classe. Abbiamo ragionato sulle domande da porre, intervistato Valeria, creato un montaggio video, creato un evento speciale da dedicare ad un tema così importante. Per una volta, non siamo stati passivi osservatori, bensì, ci è stata data la possibilità di diventare parte attiva di una iniziativa politico-culturale. Vogliamo comprendere.

Tramite la diffusione delle informazioni a nostra disposizione, forniteci dalla giornalista Robecco, è stato possibile ricevere esaurienti e chiare risposte alle domande direttamente poste da noi studenti; nessun pelo sulla lingua, solo la verità che meritiamo di conoscere, priva dei filtri social che noi adolescenti siamo abituati ad utilizzare.

Siamo i giovani, gli adulti di domani, quelli a cui le comunicazioni a distanza non fanno paura, quelli in grado di abbattere il problema del fuso orario, la generazione che ha in mano tanto, eppure è terrorizzata nel pensare di sfruttare in pieno ciò di cui dispone a proprio vantaggio. Noi studenti dell’Ariosto Spallanzani siamo riusciti a superare queste paure e siamo stati capaci di usare gli strumenti tecnologici, sempre criticati se nelle nostre mani, per dimostrare che ci interessa conoscere. Siamo gli studenti che hanno deciso di restare connessi per comprendere.

Gli studenti della 4ºD scientifico