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Comune, nuovo round in tribunale contro la Capelli Srl

28 aprile 2022 | 18:04
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Comune, nuovo round in tribunale contro la Capelli Srl

Per una casetta abusiva: congelati diniego sanatoria e multa

REGGIO EMILIA – Nuovo capitolo del contenzioso legale tra il Comune di Reggio Emilia e l’autocarrozzeria Capelli, di cui è socio al 25% l’attuale presidente delle Farmacie comunali riunite (tra le più importanti società partecipate dello stesso ente) ed ex capogruppo del Pd Andrea Capelli. La disputa a suon di carte bollate era partita dall’abuso edilizio contestato dall’amministrazione su una casetta di legno (di proprietà dell’immobiliare Amarossi) concessa 15 anni fa in locazione alla carrozzeria e adibita a “reception” della ditta.

Il Comune, su segnalazione di un cittadino pervenuta nel 2019, aveva ordinato a novembre del 2020 la demolizione del manufatto e multato con 20.000 euro l’azienda per l’illecito. La Capelli srl però, dopo aver presentato una richiesta di sanatoria che il municipio ha respinto, si è rivolta al Tar di Parma per far valere le sue ragioni.

A dicembre del 2021 i giudici amministrativi hanno dato torto alla carrozzeria, respingendo la domanda di “sospensiva” avanzata, vale a dire di un provvedimento cautelare che “congela” per un periodo temporale gli effetti degli atti impugnati del ricorso. Anche la sentenza del Tar è stata tuttavia “appellata” davanti al Consiglio di Stato, che si è espresso lo scorso 23 febbraio confermando la legittimità dell’operato del Comune.

Con dei “motivi aggiunti” al ricorso, però, l’autocarrozzeria ha chiesto di sospendere (e poi annullare) due atti degli uffici di piazza Prampolini e nello specifico il provvedimento del 26 luglio 2021 di diniego della richiesta di sanatoria presentata a febbraio di quell’anno e la sanzione di 20.000 euro comminata ad ottobre dell’anno scorso. Con un’ordinanza emessa ieri la prima sezione del Tar di Parma ha accolto la domanda cautelare e fissato l’udienza per la trattazione nel merito per il prossimo 13 luglio. Nel frattempo la casetta non sarà demolita perché “sussiste con ogni evidenza il periculum derivante dall’esecuzione dell’ordinanza di demolizione e, dunque, va preservata la situazione al fine di giungere alla decisione del ricorso nel merito ‘re adhuc integra’” (cioè non essendo la questione ancora decisa, ndr) (Fonte Dire).