Casa, termina la rigenerazione del quartiere Compagnoni

26 aprile 2022 | 16:09
Share0
Casa, termina la rigenerazione del quartiere Compagnoni

E’ durata 20 anni: nelle ultime due palazzine ci sono 40 alloggi pubblici

REGGIO EMILIA – E’ ultimato, dopo quasi 20 anni, il complesso programma di riqualificazione urbana del quartiere di case popolari “Compagnoni Fenulli”, avviato nel 2004 dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con Acer, per ridefinire il volto della zona residenziale edificata tra il 1955 e il 1965. Un intervento mastodontico che tra la demolizione di 22 palazzine, la riqualificazione di 11 e la costruzione di altre ex novo, ha comportato un investimento complessivo di oltre 41 milioni.

Questa mattina sono in particolare stati presentati gli ultimi due edifici costruiti (ai civici 33-35 e 37-39) che – costati 4,5 milioni – aumentano di altri 40 gli alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale della zona. Di questi 32 sono già occupati da inquilini: si tratta di assegnatari delle graduatorie comunali, persone in condizioni di fragilità seguite dai servizi sociali e anziani, storici residenti del quartiere, che ora hanno alloggi più consoni alle loro necessità.

Tra gli appartamenti che saranno gestiti da Acer, tutti con elevata classe energetica, sistemi di domotica e impianti per abbattere i consumi con fonti rinnovabili, ce ne sono anche 12 completamente accessibili per i disabili, con la possibilità in alcuni (posti al piano terra) anche di spazi dedicati a chi presta assistenza. In quello che qualche anno fa era un quartiere degradato e insicuro, Acer ha infine installato un sistema di videosorveglianza nei seminterrati.

Inizialmente il “Compagnoni Fenulli”, pensato per accogliere oltre 1.500 persone provenienti da realtà urbane del centro storico, era composto da 34 fabbricati, per 538 alloggi di cui 490 pubblici e 48 privati.

Oggi conta 19 edifici con 266 appartamenti a canone sociale calmierato e 24 di proprietà privata. “E’ soprattutto un’operazione di eguaglianza e di opportunità”, commenta il sindaco Luca Vecchi. Che aggiunge: “Quando una città porta definitivamente a compimento la rigenerazione urbana dei suoi più importanti e storici quartieri popolari vuol dire che ha un futuro, non solo perché compie la riqualificazione di spazi di vita e residenziali ma soprattutto perché si prende carico e dà risposta alla condizione di vita delle persone più fragili”. In altre città, prosegue il sindaco, “i quartieri popolari sono luoghi di degrado, diseguaglianza e insicurezza.

Credo che da questo punto di vista Reggio Emilia possa candidarsi a diventare un punto di vista altro, anche con il giusto grado di connsessione tra la memoria storica di questi quartieri e il modo in cui si vive e si lavora proiettati nel futuro”. Marco Corradi, presidente dell’Acer provinciale, che ha curato progettazione, direzione lavori e rapporto con gli abitanti, esprime “grandissima soddisfazione per un lavoro di anni e anni costante continuo e determinato, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti”. La maggiore complessità, aggiunge Corradi, “è stata nel rapporto con i residenti, che abbiamo sempre privilegiato, per offrire loro ospitalità quando le palazzine sono state demolite e affrontando temi delicati come le storie personali dei cittadini”.

Soddisfatti anche i sindacati degli inquilini di Cisl (Sicet) e Cgil (Sunia). “E’ un buon punto di partenza di un percorso per le famiglie fragili di oggi, ma che guarda con lungimiranza anche al futuro” dice Chiara Lupi della Cisl.