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Ucraina, domani negoziati in Turchia: nuova telefonata tra Zelensky e Draghi

28 marzo 2022 | 17:23
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Ucraina, domani negoziati in Turchia: nuova telefonata tra Zelensky e Draghi

Il presidnete ucraino: “Siamo pronti per le garanzie di sicurezza, per la neutralità e pure per lo status non-nucleare del nostro Paese”

ROMA – Nessuna svolta in vista ai negoziati tra Russia e Ucraina al via domani a Istanbul: lo ha detto un consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, giunto in Turchia, all’indomani di dichiarazioni rilasciate dal presidente Volodymyr Zelensky su neutralità e integrità territoriale. “Non credo che ci saranno svolte sulle questioni chiave” ha detto il dirigente Vadym Denysenko, citato dalla stampa ucraina e internazionale.

Ieri Zelensky ha continuato a insistere sull’integrità territoriale del suo Paese come condizione indispensabile dei negoziati dopo che poche ore prima si era detto disposto a un compromesso sulle regioni orientali del Donbass, sotto il controllo di forze russe o filo-russe. “Le nostre priorità nelle trattative sono chiare” ha detto il presidente. “La sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina sono fuori di qualsiasi dubbio; e per il nostro Stato sono indispensabili garanzie di sicurezza effettive”.

Sempre ieri, in un’intervista al portale russo di opposizione Meduza, Zelensky aveva utilizzato toni differenti. “Siamo pronti per le garanzie di sicurezza, per la neutralità e pure per lo status non-nucleare del nostro Paese” aveva detto il presidente. “Questo è il punto più importante, il primo e principale per la Federazione russa, per quanto ricordo”. Poi, parlando in russo, Zelensky aveva aggiunto: “Capisco che è impossibile costringere la Russia a ritirarsi dal territorio ucraino completamente. Questo porterebbe alla Terza guerra mondiale. Lo capisco e per questo parlo di un compromesso. Torniamo a dove tutto è cominciato e cerchiamo di risolvere la questione del Donbass“. Il presidente aveva concluso sostenendo che ogni accordo dovrebbe essere garantito da una parte terza e sottoposto a referendum.

Il Presidente del Consiglio ha avuto oggi pomeriggio una nuova conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Il Presidente Draghi ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano alle autorità e al popolo ucraini e la piena disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina.

Al centro del colloquo tra il presidente del consiglio Mario Draghi e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vi sono stati gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e della crisi umanitaria in atto. Il Presidente Zelensky ha lamentato il blocco da parte russa dei corridoi umanitari e la prosecuzione dell’assedio e dei bombardamenti delle città, comprese le scuole, con conseguenti perdite civili, tra cui anche bambini.

Un’inchiesta sarà condotta “immediatamente” dal governo dell’Ucraina dopo la diffusione sui social network di video che mostrerebbero violenze compiute a danno di militari russi dopo la loro cattura da parte di soldati ucraini.

In uno dei filmati compaiono tre uomini in uniforme con le mani legate. Mentre sono a terra, un militare che imbraccia un fucile spara alle gambe dei prigionieri e li colpisce uno per volta. A promettere un’inchiesta, sottolineando l’impegno di Kiev a rispettare la Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra, è stato il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych.

Il capo di Stato maggiore dell’esercito ucraino, Valerii Zaluzhnyi, aveva definito ieri i video “una messinscena” per sostenere l’idea di “comportamenti inumani” da parte dei suoi soldati. Sempre ieri era intervenuto Aleksandr Bastrykin, presidente del Comitato investigativo della Federazione russa. Secondo il dirigente, i video mostrano “prigionieri trattati con crudeltà estrema da nazionalisti ucraini”. In un comunicato Bastrykin aveva denunciato che ai soldati non sarebbe stata prestata alcuna assistenza medica. Il dirigente aveva aggiunto che, stando alle informazioni disponibili, gli abusi si sarebbero verificati in una base di “nazionalisti ucraini” nella regione di Kharkiv, prossima al confine con la Russia.

“Con i nostri team da remoto stiamo esaminando immagini e filmati che arrivano sulla guerra Russia-Ucraina su presunte violenze sui prigionieri di guerra. Non è chiaro se siano iniziative individuali, ma restano scene inaccettabili. Stiamo conducendo ricerche anche riguardo a voci su presunte violenze sessuali nel conflitto”. Così ha dichiarato il portavoce di Amnesty Internstional, Riccardo Noury, interpellato a margine di un evento a Roma riguardo a video che circolano in rete che mostrerebbero violenze da parte dei militari ucraini sui soldati russi, e che hanno spinto l’esecutivo di Kiev a preannunciare un’inchiesta per fare luce su eventuali responsabilità.

Nell’ambito del conflitto, continua Noury, “come già dichiarato più volte registriamo uno spregio del trattamento dei prigionieri di guerra e quindi la violazione delle norme della Convenzione di Ginevra, che tutela i prigionieri da torture, abusi ma anche dall’esposizione alla pubblica curiosità”.

Più in generale, osserva Noury in conclusione, “il mondo segue una crisi alla volta e lo stesso si rivela da parte dei media. Raccontare il resto diventa difficile. Ora la guerra tra Ucraina e Russa è al primo posto e oscura il resto. Solo pochi giorni fa è passato nel silenzio il settimo anniversario della guerra in Yemen, quando l’Arabia Saudita avviò l’offensiva”, nell’ambito di una coalizione militare internazionale contro i ribelli houthi.

In Ucraina stanno morendo “migliaia di persone e un grande numero di civili. Gli avvenimenti tragici hanno cancellato dalla faccia della terra parecchie città. Mariupol, nella quale viveva oltre un milione di persone, non esiste più. Il sindaco mi ha detto che oltre l’80% degli edifici è stato distrutto. A Kharkiv oltre 1.500 edifici sono stati distrutti e il sindaco di Chernihiv mi ha confermato che la metà della città è stata distrutta. Anche le città intorno Kiev, come Gostomel, Irpin e Borodjanka sono state distrutte: non esistono più”. Lo racconta il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, in un video collegamento con il Consiglio comunale di Firenze (fonte Dire).