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Ucraina, delegazione russa: “Kiev propone neutralità sul modello Svezia”

16 marzo 2022 | 19:12
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Ucraina, delegazione russa: “Kiev propone neutralità sul modello Svezia”

A Mariupol bombardato teatro rifugio per sfollati. Vladimir Medinsky, capo delegazione di Mosca, spiega che Kiev ha proposto lo status di nazione neutrale demilitarizzata ma con un proprio esercito e una propria marina. I colloqui vanno avanti

ROMA – Una “neutralità sul modello svedese o austriaco” che include quindi “il mantenimento di proprie forze armate” è stata avanzata come proposta dall’Ucraina nel corso delle negoziazioni con la Russia. A riferirlo è il capo delegazione russa ai colloqui, Vladimir Medinsky, citato dall’agenzia Ria Novosti. Secondo quanto riportato da Mosca, il rappresentante del Cremlino ha affermato che Kiev ha proposto “una versione austriaca e svedese di uno Stato neutrale demilitarizzato, ma allo stesso tempo con un proprio esercito e una propria marina“. Medinsky ha poi aggiunto che “tutte queste questioni vengono discusse a livello di leadership dei ministeri della Difesa di Russia e Ucraina”.

Questa opzione suggerita dall’Ucraina andrebbe parzialmente incontro a una delle richieste fatte dalla Russia per mettere fine all’offensiva militare lanciata quasi tre settimane fa, ovvero l’inserimento del principio di neutralità nella Costituzione ucraina con la contemporanea e definitiva rinuncia a fare ingresso nella Nato. Il quarto round di negoziati tra i due Paese è cominciato lunedì, in videocollegamento, ed è ancora in corso. Ieri il presidente Volodymyr Zelenksy aveva affermato che le posizioni di Mosca ai colloqui iniziavano a essere “più realistiche”.

20MILA PERSONE VIA DA MARIUPOL IN 24 ORE CON CORRIDOIO UMANITARIO

In Ucraina almeno 29mila persone sono riuscite a lasciare le città dove si stanno svolgendo i combattimenti più intesi grazie ai corridoi umanitari che sono stati garantiti ieri. Di queste circa 20mila dalla sola città di Mariupol, località portuale da 400mila abitanti affacciata sul Mar Nero teatro da diversi giorni di un assedio delle forze armate russe. A riferire queste cifre sono stati il dirigente dell’ufficio presidenziale di Kiev, Kyrylo Tymoshenko e il consigliere del ministro degli Interni, Vadym Denysenko.

Secondo quanto riportato ieri da Tymoshenko sul suo canale Telegram, ieri “circa 20mila persone hanno lasciato Mariupol a bordo di auto private e grazie a un corridoio umanitario. Di circa 4.000 auto che hanno lasciato la città, 570 sono già arrivate a Zaporizhzhia”, distante poco meno di 200 chilometri in direzione nord-ovest. La situazione nella città, dove si verificano da giorni bombardamenti russi, resta critica. Stando a quanto aveva affermato la vice-prima ministra Iryna Vereshchuk, lunedì le persone rimaste bloccate in città erano ancora circa 300mila. Si può quindi presumere che ora siano oltre 250mila. Fra queste, sempre secondo fonti del governo ucraino, ci sarebbero circa 3.000 bambini molto piccoli con urgenti necessità di cibo e medicine. Rispetto ai corridoi umanitari previsti per oggi, Vereshchuk ha detto di non aver ricevuto conferme della loro attivazione da parte della Croce Rossa. Secondo la vicepremier, le forze armate russe starebbero violando il cessate il fuoco temporaneo accordato per garantire le evacuazioni.

IL VICESINDACO DI MARIUPOL: “BOMBARDATO TEATRO RIFUGIO PER SFOLLATI”

Un teatro divenuto rifugio per sfollati nella città di Mariupol è stato bombardamento dalle forze russe: lo ha riferito oggi il vicesindaco della città dell’Ucraina, Serhiy Orlov. Le sue dichiarazioni sono state rilanciate dall’emittente Bbc e da altre testate internazionali, che hanno sottolineato di non poter però confermare la notizia in modo indipendente. Secondo Orlov, nell’edificio si trovavano tra le mille e le 1.200 persone. Il vicesindaco ha aggiunto di non essere in grado di dire se il bombardamento abbia provocato vittime.

USA PRONTI A INVIARE ALTRI AIUTI MILITARI PER 800 MILIONI

Aiuti militari all’Ucraina per un valore di 800 milioni di dollari dovrebbero essere annunciati oggi dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, stando a quanto riferito all’emittente Cnn da una fonte interna alla Casa Bianca. Il pacchetto di sostegni al settore della difesa, che secondo le fonti del governo americano sarà ufficializzato oggi dal presidente, porta a un miliardo di dollari il valore degli aiuti annunciati da Washington per questo comparto in circa una settimana.

Quest’ultimo sforzo da parte americana è parte di un più ampio stanziamento da 13,6 miliardi dollari di aiuti a Kiev nel contesto dell’offensiva militare lanciata dalla Russia, previsto da una legge firmata ieri dal presidente. Secondo la Cnn, fra gli armamenti che verranno spediti in Ucraina ci sono missili anti-carro e anti-aereo. Per l’emittente americana l’invio di questi aiuti allontana però ancora di più la possibilità che gli Stati Uniti e gli alleati della Nato si impegnino per l’imposizione di una ‘no-fly zone’ sui cieli ucraini, come più volte richiesto dal presidente Volodymyr Zelensky. Secondo Washington, ma anche secondo i vertici dell’Unione europea, l’introduzione di una misura simile comporterebbe il coinvolgimento diretto di forze Nato e quindi moltiplicherebbe i rischi di un conflitto internazionale su larga scala.

DENISOVA (DEPUTATA): “L’UE COSTRINGA LA RUSSIA AL RITIRO”

“Usate tutti i meccanismi e gli strumenti che avete per aumentare le sanzioni per costringere gli aggressori a ritirarsi dal territorio di tutto il Paese, con una no-flight zone sull’Ucraina e un tribunale speciale per punire i crimini compiuti dagli aggressori”. Questo l’appello della commissaria per i Diritti umani del Parlamento ucraino, Liudmyla Denisova, in audizione a distanza alla sottocommissione per i Diritti umani al Parlamento europeo.

“Più di 2000 case sono state distrutte, 300 ospedali e 122 scuole sono stati colpiti in Ucraina e più di 100 persone sono morte nell’attacco all’ospedale di Mariupol, con la città che è accerchiata dal nemico e che è rimasta senza scorte di cibo ed acqua”, ha aggiunto Denisova. La situazione è grave e “la guerra ha costretto più di tre milioni a rifugiarsi nell’Unione Europea e più di un milione di questi sono bambini”, ha detto la deputata ucraina ai parlamentari europei.

STOLTENBERG (NATO): “SOSTENERE KIEV, MA NO A ESCALATION”

“Gli alleati sono uniti sia nel fornire supporto all’Ucraina per sostenere il diritto all’autodifesa sia nel sostenere che la Nato non dovrebbe schierare forze a terra o nello spazio aereo ucraino perché abbiamo la responsabilità di garantire che non ci sia un’escalation di questa guerra oltre l’Ucraina”: lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo la riunione dei ministri della difesa tenutasi a distanza a cui hanno partecipato anche Unione Europea, Ucraina, Georgia, Finlandia e Svezia.

“I ministri hanno deciso di continuare a fornire supporto all’Ucraina, in termini di sostegno finanziario, aiuti umanitari e rifornimenti militari. Inoltre, la Nato e gli alleati stanno ospitando milioni di rifugiati ucraini. “Gli alleati devono investire almeno il 2% del PIL nella difesa“, ha sottolineato Stoltenberg. “Abbiamo chiesto ai nostri comandanti militari di sviluppare delle opzioni di terra, aria, mare, cyber e spazio”, ha continuato il segretario generale, evidenziando l’importanza degli investimenti in questo campo. “ – ha detto sostiene Stoltenberg – ma abbiamo anche bisogno di spendere di più insieme“. Poi un altro appello: “Il presidente Putin deve fermare questa guerra, ritirando ora le sue forze ed impegnandosi nella diplomazia. La Nato non tollererà attacchi alla sovranità o all’integrità territoriale degli alleati”.

PREMIER UE RIENTRANO, CHIEDONO NUOVE SANZIONI A RUSSIA

I primi ministri Mateusz Morawiecki, Janez Jansa e Petr Fiala, rispettivamente di Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca, sono tornati dal loro viaggio a Kiev ed hanno parlato con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Durante il colloquio, hanno manifestato l’urgenza di “ulteriori misure restrittive in risposta all’invasione russa dell’Ucraina”, come si legge sul profilo Twitter di Piotr Muller, rappresentante del primo ministro della Polonia.

Lo stesso premier polacco in un tweet ha riferito che questa situazione “non riguarda noi ma il futuro dei nostri figli, i quali meritano di vivere in un mondo senza tirannia”. Morawiecki ha sottolineato la necessità di agire nei confronti dell’offensiva della Russia in modo unito e decisivo (fonte Dire).