Silk Faw, Vecchi: “Prima il rogito e poi la chiusura della conferenza dei servizi”

22 marzo 2022 | 09:21
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Silk Faw, Vecchi: “Prima il rogito e poi la chiusura della conferenza dei servizi”

Lo ha detto il sindaco Vecchi rispondendo ai dubbi delle opposizioni sul progetto delle supercar a Gavassa. Ma ha aggiunto: “Non dobbiamo diventare un territorio respingente”

REGGIO EMILIA – “Il 9 marzo si è tenuta la penultima seduta della conferenza dei servizi. Abbiamo preso la decisione, per la doverosa cautela che dobbiamo avere, che non la chiuderemo prima che venga formalizzato il rogito”. Lo ha detto ieri in consiglio comunale il sindaco Luca Vecchi rispondendo ai dubbi dell’opposizione sull’andamento del progetto della Silk Faw e sui ritardi nella stipula del rogito con la proprietà dell’area di Gavassa su cui dovrebbe sorgere lo stabilimento.

Nei giorni scorsi il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, aveva messo le mani avanti dicendo, a proposito del finanziamento di 4,5 milioni di euro della Regione, che Silk Faw, se l’investimento non andrà a buon fine, “non vedrà un euro”. Il sindaco, in aula, ha confermato le ragioni che “sono alla base di una valutaione positiva di quel progetto” e ha ricordato che “in un anno ci sono state una settantina di assunzioni” e che l’azienda “ha avviato le prime urbanizzazioni” e “sviluppato la progettazione dell’investimento, costruendo collaborazioni con diverse università italiane”.

Ha aggiunto Vecchi: “C’è una costante relazione, pressoché settimanale, con me, il vicesindaco, la Regione e Silk Faw. Teniamo costantemente i rapporti con il management e la proprietà, sia americana che cinese, con i rappresentanti del cda, con quelli di Faw e con le autorità politiche cinesi. Noi non abbiamo, ad oggi, elementi oggettivi che facciano pensare diversamente rispetto a quanto è stato detto all’inizio e che possano togliere fiducia a questo progetto, ma riscontri positivi di impegno derivanti dagli incontri che stiamo tenendo”.

Poi ha ammesso: “C’è un piccolo ritardo, questo sì. Ritardo motivato anche dalla complessità del contesto internazionale e legato ai costi energetici, ma questo non toglie nulla alla fiducia che abbiamo nell’investimento. A me non spaventano i ritardi. Ne abbiamo approvati tanti di progetti in questa sala e non ce n’è uno che abbia rispettato i tempi. Questo non è un progetto autonomamente immaginato e proposto da noi, ma è un investimento che noi abbaimo attratto come territorio e che stiamo provando ad accompagnare. E’ interesse di tutti auspicare il buon esito di questa operazione. Non dobbiamo diventare un territorio respingente”.