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La vincitrice del premio “Reggiane per esempio” è una camionista Cna

11 marzo 2022 | 12:11
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La vincitrice del premio “Reggiane per esempio” è una camionista Cna

Si chiama Rossella Bonacini. L’Emilia Romagna al tredicesimo posto per le donne alla guida di imprese

REGGIO EMILIA – E’ l’imprenditrice Cna Rossella Bonacini la vincitrice del Premio Reggiane per Esempio 2022 – ambito professione lavoro over 50. Rossella fa la camionista ed è stata candidata da Cna Impresa Donna. Francesca Bonomo, vicepresidente di Cna impresa donna (Cid) Reggio Emilia, commenta: “Nella Giornata Internazionale della donna in Comune a Reggio Emilia si è celebrata la vittoria della volontà. La volontà di arrivare a raggiungere traguardi inimmaginabili, che ci dicono che l’impossibile diventa possibile nelle mani di chi sa cosa vuole ottenere. A questa celebrazione hanno partecipato molte donne straordinariamente normali. Sì, perché la normalità è straordinaria. Sono state premiate perché hanno scelto strade che non sembravano adatte, ma loro sono andate avanti e hanno dimostrato che lo stereotipo di genere è solo e soltanto nelle convinzioni di chi non osa osare”.

L’imprenditoria femminile è una realtà di grande valore per l’economia nazionale. Secondo i dati Unioncamere, oltre un quarto dei ruoli imprenditoriali italiani sono coperti da donne: per la precisione, 2,8 milioni in termini assoluti equivalenti al 26,8% del complesso di titolari, amministratori e soci d’impresa del nostro Paese. A livello territoriale, i tassi di imprenditorialità femminile più alti si registrano nel Centro e nel Nord-Ovest del Paese; l’Emilia Romagna si colloca al tredicesimo posto (27%).

Ma quali sono i settori dove operano principalmente le donne imprenditrici?

Da un’indagine del Centro Studi CNA risulta che a prevalere nettamente sono i servizi. E in particolare i servizi alla persona, un aggregato che comprende parrucchieri, centri estetici, tinto-lavanderie, nel quale il tasso di imprenditorialità femminile raggiunge il 52%. Dietro i servizi la presenza femminile è maggiormente rimarchevole nell’ordine in: turismo (35,9%), agricoltura (29,3%), commercio (27,2%) e, fanalino di coda, manifatturiero (16,9%).

“I dati sull’imprenditoria femminile – continua Francesca Bonomo – ci restituiscono una maggior concentrazione nei settori storicamente legati alle donne, ma dobbiamo sforzarci di andare alla ricerca dell’inusuale. La storia di Rossella è una prova concreta che questo è possibile: ha ottenuto credibilità e legittimazione in un lavoro appannaggio maschile, grazie alla sua determinazione, passione e professionalità che le hanno permesso di superare atteggiamenti discriminatori e numerosi pregiudizi. Ha affrontato da sola lunghe tratte e trascorso le notti da sola nel suo mezzo, riuscendo comunque a conciliare i propri impegni con la famiglia”.

Sempre i dati Cna mostrano che se nelle grandi imprese la retribuzione maschile è in media superiore di 17,2 punti a quella femminile, nelle piccole imprese il divario quasi si annulla calando all’1,8%. Lo stesso vale per la presenza di donne lavoratrici dipendenti. Rispetto a una media di occupazione “rosa” pari al 40,5% nell’intero sistema produttivo, nelle micro-imprese fino a nove dipendenti la quota di posti di lavoro occupati da donne supera il 47%.

“L’imprenditoria permette alle donne di raggiungere una piena realizzazione personale e di ricoprire ruoli di responsabilità – conclude la vicepresidente Cna impresa donna – spesso difficilmente accessibili in altri ambiti lavorativi. Le donne imprenditrici dimostrano, inoltre, di essere più inclusive nei confronti delle lavoratrici dipendenti. Ovviamente vi è ancora un trade-off  tra la maggiore libertà, offerta dalla scelta di essere imprenditrici, e le minori tutele rispetto a quelle garantite dal lavoro dipendente. È per questo che il percorso che porta alla piena parità di genere non può dirsi ancora completato. Il ruolo di Cna impresa donna è promuovere l’auto-imprenditorialità rosa e chiedere alle istituzioni interventi ben calibrati: l’assegno unico universale per i figli a carico e le misure previste dal Pnrr sono un primo importante passo per l’eliminazione di qualsivoglia disparità di genere”.