Caro energia, blocco camionisti Emilia: “Presto supermercati a secco”

9 marzo 2022 | 16:13
Share0
Caro energia, blocco camionisti Emilia: “Presto supermercati a secco”

Fita, Cna e Lapam trasporti pronte alla protesta del 19 marzo. “Il costo del carburante è insostenibile”

REGGIO EMILIA – Di fronte a un gasolio che segna aumenti del 30% in tre settimane, il Governo continua a essere troppo timido. Le associazioni di trasportatori e camionisti, nel cuore dell’Emilia, lanciano il loro avviso a livello regionale e nazionale: avanti di questo passo, dicono, il settore si blocca per l’impossibilità di rifornirsi di carburante, più che per un fermo di protesta.

Gli operatori di Fita-Cna Modena ricordano che si è saliti da quota 1,708 euro per un litro di gasolio il 17 febbraio all’attuale 2,2. Si tratta di “una corsa di cui non si vede la fine” nell’ambito di “un’emergenza quotidiana a cui il Governo – nota l’associazione- risponde convocando un incontro ‘solo’ per il 15 marzo, quando la situazione potrebbe già avere causato gravissimi danni” a tutto il sistema produttivo nazionale. “Non ci si sta rendendo conto della situazione: se alcune industrie gasivore hanno già sospeso l’attività, ci sono autotrasportatori che hanno già fermato i camion in quanto le tariffe non consentono di coprire i costi”, denuncia Franco Spaggiari, responsabile Fita-Cna Modena.

Stessa musica nei territori di Reggio Emilia e Modena associati a Lapam-Confartigianato: “Visto che il Governo non dà risposte alle nostre richieste, come Lapam Trasporti aderiamo alla protesta annunciata da Unatras, che raccoglie le maggiori associazioni degli autotrasportatori, e il 19 realizzeremo manifestazioni”. Lo annuncia Amedeo Genedani, presidente di Lapam, aggiungendo: “Il costo del carburante è insostenibile e sta determinando una situazione ingestibile: le imprese non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti agli stessi aumenti e questo fa sì che sia diventato impossibile lavorare. Vogliamo risposte- incalza Genedani- e le vogliamo in fretta”, visto che ormai “è più conveniente lasciare i propri mezzi sui piazzali piuttosto che continuare a viaggiare”.

E se “il Governo si era impegnato a dare una risposta alle aziende in tempi rapidi, per consentirci di fronteggiare l’emergenza”, il responsabile Lapam Trasporti tira le somme così: “Purtroppo, per ora non è andato oltre allo stanziamento di 80 milioni di euro, una goccia nel mare, mentre altri passi avanti non ci sono stati e nel frattempo la situazione è diventata ingestibile. Per questo il 19 marzo faremo manifestazioni per esprimere il nostro disagio, e se non ci saranno risposte queste manifestazioni non rimarranno isolate”. In casa Fita-Cna, Spaggiari dice di riscontrare “una situazione talmente grave che non è azzardato prevedere, a brevissimo termine, la carenza di approvigionamenti per i supermercati”.

Allarga poi il raggio l’esponente Cna citando la crisi Ucraina-Russia: “Oggi registriamo la presenza non solo di criminali di guerra, ma anche di veri e propri criminali economici che stanno speculando sui prezzi e sulle forniture: non si tratta certo dei distributori, ma piuttosto delle aziende petrolifere. Per far fronte a questa situazione occorre immediatamente prevedere crediti d’imposta sui carburanti, poi la sterilizzazione dell’iva e l’introduzione della obbligatorietà, nei contratti di trasporto, di una clausola che rende automatico il riconoscimento di indennizzi a fronte dell’aumento del carburante. Interventi finanziabili- li definisce Spaggiari- anche con una immediata tassazione sugli extra profitti con cui si stanno arricchendo in modo immorale le compagnie”.