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Ucraina, domani esercitazioni russe con Putin: si lavora a un colloquio tra Lavrov e Blinken

18 febbraio 2022 | 18:37
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Ucraina, domani esercitazioni russe con Putin: si lavora a un colloquio tra Lavrov e Blinken

Diplomazie ancora al lavoro mentre le due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk annunciano l’evacuazione dei civili verso la Russia

ROMA – Il presidente russo Vladimir Putin prenderà parte alle esercitazioni militari congiunte di domani, sabato 19 febbraio, insieme all’omologo bielorusso Aleksander Lukashenko. L’annuncio, dato dal portavoce Dimitri Peskov, segue la nota del ministero della Difesa russo che stamani ha ricordato il training delle Forze di deterrenza strategica, “già pianificato con anticipo” che ha l’obiettivo di “valutare l’operatività delle truppe da combattimento“, l’attuazione “delle missioni assegnate” e “l’affidabilità degli armamenti nucleari e convenzionali”.

Parole che per l’inviato della Bbc a Mosca, Steve Rosenberg, sarebbero “una prova muscolare” da parte di Mosca che punterebbe a inviare un chiaro messaggio alla nato e all’Ue: “Non dimenticate che la Russia è una potenza nucleare”. Un’analisi che confermerebbe il tono delle parole del portavoce Peskov. Stando a quanto riferisce l’agenzia russa Tass, annunciando la presenza di Putin domani nel corso delle esercitazioni, Peskov ha detto: “Putin molto probabilmente si posizionerà nel centro di controllo. Tali esercitazioni e lanci di addestramento, naturalmente, non possono essere tenuti senza il capo dello Stato. Sapete della famosa valigia nucleare, del pulsante rosso e così via”.

Di fronte alle accuse di voler invadere l’Ucraina mossa da vari attori Nato, il Cremlino ha sempre smentito, assicurando che le esercitazioni congiunte con la Bielorussia dal 10 al 20 febbraio sono utili alla propria sicurezza. Qualche giorno fa Mosca ha anche annunciato che “varie truppe russe che hanno portato a termine le esercitazioni vicino al confine con l’Ucraina sono già rientrate alla base”. Una dichiarazione che non ha convinto però i Paesi Nato. Stamani, in un meeting dell’Osce, l’ambasciatore americano Michael Carpenter ha aggiornato i numeri sulla presenza militare russa al confine ucraino, ora stimata dall’intelligence statunitense “tra i 169 e i 190mila soldati”.

Il Cremlino ieri ha denunciato di non aver ricevuto “una risposta costruttiva” da Washington alle richieste presentate, e pertanto ha minacciato misure “tecniche e militari”. “Cosa significhi non è chiaro – chiarisce ancora l’emittente britannica – ma potrebbero includere l’imposizione di restrizioni all’Ucraina, come una no-fly zone o il blocco dei porti, o lo spostamento di armi nucleari nella vicina Bielorussia”.

SEPARATISTI ANNUNCIANO EVACUAZIONE CIVILI VERSO LA RUSSIA

Le due autoproclamate repubbliche autonome filo-russe situate nell’Ucraina orientale hanno annunciato l’intenzione di evacuare i loro cittadini verso la Russia a fronte dell’aumentare delle tensioni e degli scontri nella regione. Lo ha riferito l’agenzia di Mosca Tass citando le massime autorità delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, questo il nome delle due entità separatiste.

Secondo il media russo, le autorità dell’oblast meridionale di Rostov, situato al confine con l’Ucraina, si sono già dette pronte ad accogliere eventuali persone in fuga. Stando all’agenzia di Stato Ria Novosti, che cita il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il presidente della Russia Vladmir Putin avrebbe già istruito il ministro per le Emergenze Chupriyan Alexander Petrovich a recarsi nella zona per organizzare le operazioni di accoglienza.

Gli annunci delle due repubbliche, nate all’indomani del conflitto cominciato nel 2014 con l’annessione della regione della Crimea da parte della Russia, arriva nel pieno di uno scambio di accuse di bombardamenti, attacchi e violazioni del cessate il fuoco nell’est dell’Ucraina. Secondo la milizie della Repubblica popolare del Donetsk (Rpd) citate da Tass, solo nella giornata di oggi le forze armate ucraine avrebbero aperto il fuoco nella regione circa 30 volte, mentre almeno due comuni rurali, Verkhnetoretskoye e Krasny Partizan, sarebbero rimasti senza energia elettrica. Secondo Ria Novosti un’autobomba sarebbe esplosa nei pressi della sede del governo della Rpd a Donetsk.

SI LAVORA A UN INCONTRO BLINKEN-LAVROV

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha accettato l’invito del Cremlino di incontrare il ministro degli Affari esteri Sergey Lavrov “entro la prossima settimana al più tardi”. Il funzionario di Washington ha detto: “Riteniamo che l’unico modo responsabile per risolvere questa crisi sia attraverso la diplomazia e il dialogo (…) a condizione che l’Ucraina non sia invasa”.

Sul punto, il ministro Lavrov è intervenuto confermando la disponibilità al dialogo e che la risposta positiva di Blinken è arrivata dopo che gli Stati Uniti hanno preso visione della lettera che il Cremlino ha inviato ieri a Washington, in cui si proponevano nuovi negoziatI sulla sicurezza.

“Washington – ha detto il ministro russo – ha aderito alla nostra visione della situazione” e questo “risponde ai nostri interessi”. Confermata anche una chiamata telefonica per oggi tra il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e l’omologo americano Lloyd Austin.

Se da un lato c’è un riavvicinamento tra Russia e Stati Uniti sul tema della sicurezza, d’altro canto oggi il Cremlino ha annunciato l’espulsione del numero due dell’Ambasciata americana a Mosca, il vicecapo missione Bart Gorman, in risposta alla “provocazione” americana di espellere “in modo ingiustificato” un funzionario dal consolato russo a Washington.

Questo avviene mentre da ieri si sono accese le tensioni nell’Ucraina orientale: scambi a fuoco si registrano nei pressi di Stanytsia Louganska, città controllata dalle forze regolari ucraine, parte dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Doneck (Rpd). Gli scontri coinvolgono l’esercito regolare e il gruppo armato separatista filo-russo, che secondo la stampa internazionale si scambiano reciproche accuse sulla responsabilità dell’escalation e la violazione del cessate il fuoco. Ieri negli attacchi è stato colpito anche un asilo, al cui interno c’erano una trentina di persone, tra bambini e insegnanti.

Scontri e bombardamenti si starebbero registrando anche nella Repubblica popolare di Lugansk. Per ora non si registrano vittime tra i civili. Nel corso del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di ieri, Blinken ha dichiarato che un’aggressione russa potrebbe avvenire “entro i prossimi giorni” e che il Cremlino starebbe “fabbricando ad arte il pretesto per intervenire” in Ucraina. L’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya è intervenuto per osservare che l’annuncio di Mosca di aver ritirato truppe dal confine con l’Ucraina è un dato che “nessuno può verificare, ed è tornato a ribadire che Kiev teme “un’invasione” e fa appello a “una risposta internazionale solida” all’escalation. Stamani intanto, in Polonia sono atterrati jet da guerra F35 e soldati americani presso la base militare di Rzeszow-Jasionka, nel sud. Il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak ha accolto la missione ringraziando Washington per il sostegno militare e la possibilità di “rafforzare la presenza Nato in Polonia”, in un momento che ha definito “la crisi peggiore dalla Seconda guerra mondiale” (Fonte Dire).