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Cronaca
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Strage di Bologna, il Pg: “Contro Bellini non indizi, ma macigni probatori”

23 febbraio 2022 | 17:58
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Strage di Bologna, il Pg: “Contro Bellini non indizi, ma macigni probatori”

Proto: “Alibi precostituito è un altro elemento a suo carico”

REGGIO EMILIA – Contro Paolo Bellini, imputato in Corte d’Assise a Bologna per concorso nella strage del 2 agosto 1980, “più che indizi, ci sono macigni probatori”. Lo afferma il sostituto pg bolognese Nicola Proto, che nel corso della requisitoria ribadisce la propria convinzione che nel caso di Bellini “siamo di fronte a un alibi precostituito, e quando l’alibi è precostituito – chiosa – diventa una prova a carico, anzi un indizio più che una prova”. Il magistrato pronuncia queste parole dopo aver ripercorso, smontandola punto per punto, la ricostruzione fornita dall’imputato sui suoi spostamenti la mattina del 2 agosto 1980.

In particolare, Proto si sofferma sul fatto che Bellini abbia dato appuntamento ai suoi familiari per la partenza verso il passo del Tonale al delfinario di Rimini, anziché andarli a prendere all’albergo di Torre Pedrera in cui alloggiavano. “Allontanando dall’albergo i familiari la mattina presto- spiega il magistrato- Bellini avrebbe creato, agli occhi degli albergatori, la parvenza di un appuntamento temporalmente incompatibile con la sua partecipazione alla strage”.

In sostanza, secondo il pg, Bellini evitò di andare di persona all’albergo per “eliminare dei potenziali testimoni”, perché se gli albergatori lo avessero visto avrebbero potuto testimoniare che non era arrivato a Rimini la mattina presto, ma verso l’ora di pranzo. Non sono poi mancate, da parte di Proto, nuove critiche al lavoro svolto dalla Polizia scientifica di Roma sull’intercettazione ambientale del gennaio 1996 in cui il leader veneto di Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, parlando con il figlio della strage fa riferimento a contatti tra l’ambiente dell’estrema destra e “il padre di ‘sto aviere” che avrebbe portato la bomba in stazione.

Per la Procura generale l’aviere è Bellini, che aveva un brevetto da pilota, ma i tecnici della Scientifica, chiamati solo a digitalizzare e ripulire il file originale, sono andati oltre il loro incarico, e utilizzando un “metodo che va incontro a forti critiche”, afferma Proto, hanno ipotizzato – anche perché in quei giorni sui giornali si parlava molto della pista palestinese per la strage del 2 agosto – che la frase pronunciata da Maggi fosse “lo sbaglio di un corriere”. Questa decisione di andare oltre l’incarico assegnato, dice il pg, è “assolutamente ingiustificata” (Fonte Dire).