Sanità, medici di base promossi dai cittadini

3 febbraio 2022 | 15:13
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Sanità, medici di base promossi dai cittadini

Ricerca Cgil-Auser: ma restano nodi. Avanti con le case della salute

REGGIO EMILIA – Il giudizio dei reggiani sull’operato dei loro medici di famiglia? Nel complesso ancora positivo, ma con diverse criticità segnalate. L’analisi dei bisogni espressi dai cittadini, inoltre, indica come strada da percorrere quella dei servizi “integrati” e di prossimità delle “Case della salute”. E’ quanto emerge da una ricerca condotta a più mani dal sistema della Camera del lavoro di Reggio Emilia, che ha coinvolto tra luglio e settembre dell’anno scorso Federconsumatori e le categorie della Funzione Pubblica e dei pensionati (Spi) e l’associazione Auser.

Si è svolta somministrando 735 questionari anonimi on line a cittadini tra i 36 e gli 80 anni per accendere un faro sui quei professionisti che, in tempi di pandemia, si sono rivelati un pilastro fondamentale dei presidi sanitari territoriali e un baluardo “della sostenibilità sociale”. Ma lo scopo della ricerca, precisa subito il presidente provinciale di Federconsumatori Rino Soragni, non è “dare dei voti o costruire una pagella della sanità reggiana”, ma consegnare ai decisori politici “un quadro informativo utile per le scelte future di programmazione e pianificazione dei servizi”.

Scorrendo il rapporto si scopre prima di tutto che i reggiani sono pazienti piuttosto “fidelizzati”: il 52% del campione ha un rapporto con il proprio medico di base da almeno 5 anni. Il 65,8% degli intervistati si reca però da lui solo raramente, fatta eccezione per le persone più anziane (il 9,4% dei rispondenti) che si fanno visitare anche più di una volta al mese. Nel 49% dei casi l’ambulatorio è vicino casa o almeno nel proprio comune, mentre il 3,3% dei cittadini deve spostarsi da dove risiede. La maggior parte del campione (il 42,6%) assegna ai medici un voto tra 7 e 8 su una scala fino a 10, mentre solo il 17% appioppa insufficienze (da 1 a 5).

Infine il 75% dei rispondenti ha attivato il fascicolo sanitario elettronico. Per quanto riguarda i problemi segnalati, invece, in generale i pazienti chiedono “di essere ascoltati di più, di avere un peso diverso nel rapporto con il medico e con il sistema sanitario”. Ci sono poi esigenze specifiche: le persone anziane chiedono più visite e più servizi domiciliari e di migliorare i rapporti interpersonali con i medici e la qualità del tempo dedicato alla visita. Le persone in età lavorativa vogliono invece prioritariamente l’ampliamento degli orari dei servizi e di apertura degli ambulatori per potere avere la conciliazione con i tempi di vita e di lavoro.

Comuni a tutte le fasce d’età sono invece le criticità legate all’affollamento dell’ambulatorio, ai troppi pazienti seguiti e alla mancanza di personale medico. Questo perché, osservano Federconsumatori e Spi Cgil, “una generazione di medici di famiglia è arrivata meritatamente all’età della pensione, ma lo spazio lasciato libero non viene occupato da altri medici”. C’è quindi “una carenza di organici conclamata che ricade pesantemente sui servizi e sui cittadini”.

A questo proposito le criticità correlate alla mancanza di un medico, alle sue assenze frequenti, al rapporto con i sostituti o all’individuazione del nuovo medico dopo il pensionamento del precedente sono denunciati da 22 pazienti, il 3% del campione. I medici di base del 14,4% degli intervistati lavorano infine all’interno di Case della salute. Strutture in cui il 23,4% di chi ha risposto alle domande ha rilevato un miglioramento dei servizi offerti rispetto alle semplici visite ambulatoriali.