La manifestazione |
0 - Copertina
/
Altre news
/

Piazza Prampolini, in 3mila per dire “no” alla guerra

26 febbraio 2022 | 19:58
Share0
Piazza Prampolini, in 3mila per dire “no” alla guerra

Il coro delle donne ucraine: “Putin assassino”. Zanni e Vecchi: “Quando arriverà il momento, di fronte a migliaia di profughi, Reggio farà la sua parte”

REGGIO EMILIA – “Putin assassino, Putin assassino, Putin assassino”. Il coro delle donne ucraine si leva alto in piazza Prampolini dove oggi si sono radunate 3mila persone per dire “no” alla guerra in Ucraina. Ci sono molti reggiani e anche molti ucraini con le loro bandiere. “Stop alla guerra”, “Pace in Ucraina”, “Stop all’aggressione russa in Ucraina”, “Riempiamoci di amore e non di odio”, recitano alcuni dei cartelli esposti dai manifestanti.

Dice un signore ucraino: “Tutte le vostre sanzioni sono a lungo termine e avranno effetto fra un mese o due. Ma noi abbiamo bisogno che ci diate una mano adesso. Chiudete i cieli ucraini e fate sì che non arrivino aerei e bombe. Se riuscite a fare questa cosa qua, dopo, sulla terra, facciamo tutto noi: ammazziamo Putin e tutti i suoi soldati. Non dovete avere paura che Putin non vi dia il gas. Dobbiamo chiudere cielo per Ucraina e poi, a terra, uccidiamo tutti i russi che vengono da noi”.

Una signora, accanto a lui, aggiunge: “Voglio dire grazie ai nostri soldati che sono morti e che non si sono arresi. Io sono orgogliosa di loro. Uomini belli e ragazzi con un grande cuore. Sono molto preoccupata per i miei parenti. Ho detto alla moglie di mio fratello di venire in Italia, ma lei mi ha risposto che non può, perché gli uomini devono stare là per combattere fino in fondo”.

Sotto la statua del Crostolo si sono radunati tutti i sindaci della provincia di Reggio Emilia. Sono presenti anche diversi consiglieri regionali del Pd. A turno prendono la parola il sindaco Luca Vecchi e il presidente della Provincia, Giorgio Zanni.

Ha detto Zanni: “Dobbiamo prendere posizione di fronte alle immagini di persone che tornano a scavare trincee in Europa, ai negozi che abbassano le serrande, alle derrate razionate e alle file di macchine che fuggono. E anche di fronte ai 1.700 cittadini russi che sono stati arrestati per avere manifestato. Non è ammissibile non schierarsi e non prendere posizione di fronte a questa follia. Saremo sempre vicini a chi crede ai valori della libertà, della democrazia e della pace. Sono valori che a noi paiono universali, ma che non trovano terreno fertile in altre parti del mondo dove assistiamo a derive autoritarie e illiberali. Tra queste c’è anche il modello di Putin che a quelle categorie dittatoriali appartiene”.

Ha aggiunto Vecchi: “Dobbiamo esprimere una condanna ferma a quel che Putin e la Russia hanno deciso di fare aggredendo un stato libero e sovrano. L’invasione dell’Ucraina è l’aggressione a uno stato sovrano che, con le sue fatiche, cercava un suo percorso di libertà e democrazia. Ma l’aggressione viola anche una serie di accordi internazionali e i principi che sono alla base delle Nazioni unite e della convivenza pacifica dal dopoguerra in poi. L’invasione dell’Ucraina non riguarda solo quel paese, ma tutti noi, perché è il ritorno della guerra in Europa. Dietro a quell’aggressione c’è un attacco ai principi di libertà e ai diritti delle persone e un attacco alla democrazia su scala globale”.

Aggiunge il sindaco: “Putin ha fatto questo contando sulla debolezza di tutto ciò che c’era intorno, con la presunzione che i regimi autocratici possano avanzare di fronte alla presa d’atto delle istituzioni democratiche. Il 24 di febrbaio non è stato solo il giorno dell’invasione dell’Ucraina, ma il nostro 11 settembre. Dopo quel giorno niente sarà più come prima. Serve una risposta ferma che introduca tutte le necessarie e rigide sanzioni economiche nei confronti di Putin e della Russia. Serve una reazione ferma e determinata, anche da parte dell’Unione europea: ne va della nostra credibilità per costruire un futuro di libertà e democrazia”.

E conclude: “Infine voglio dire che, al di là delle mobilitazioni, Reggio Emilia ha accolto migliaia di cittadini ucraine e che qui sono arrivate tante donne per cercare lavoro e opportunità. Noi le abbiamo accolte e loro si sono prese cura dei nostri anziani. Noi, oggi, ci prenderemo cura di loro. Quando arriverà il momento, nei prossimi giorni, dell’accoglienza di fronte una tragedia umanitaria che spingerà in Europa migliaia di profughi, Reggio Emilia farà la sua parte”.