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Pandemia e caro bollette, domenica piscine in sciopero

4 febbraio 2022 | 17:55
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Pandemia e caro bollette, domenica piscine in sciopero

I gestori: “Siamo messi peggio di albergatori e ristoratori. Noi, per legge, non possiamo nemmeno chiudere”

REGGIO EMILIA – Dopo 10 mesi di chiusura su 23 di pandemia, super costi, restrizioni e mancati guadagni, ora incombe il “caro bollette” con aumenti fino al 100%. Non ce la fanno più i gestori delle piscine, come mostra in Emilia-Romagna anche il caso di Reggio Emilia e dintorni. Domenica faranno quello che “mai è stato fatto”: si chiuderà per sciopero, nell’ambito della protesta senza precedenti annunciata a livello nazionale dal Coordinamento del settore.

Hanno già aderito il Coordinamento regionale Piscine ER e, nel reggiano, i maggiori gestori come Cooper Nuoto scsd, Kinema Srl e Nuova Sportiva ssd a R.L. Mobilitandosi contro “un’ingiustizia scatenata sì dalla pandemia, ma che rivela la sostanziale noncuranza del nostro paese per lo sport di base e che avrà effetti devastanti sulle persone”, i tre reggiani spiegano: “Tutti i settori si lamentano per chiusure, protocolli e aumento delle tariffe, ma il nostro settore è differente. Gestiamo impianti in concessione pubblica e forniamo un servizio essenziale di carattere anche sociale, che le amministrazioni locali non sono più in grado di svolgere o svolgerebbero a costi molto superiori. Siamo vincolati da contratti che prevedono tariffe imposte e obblighi di apertura a cui non possiamo sottrarci”.

In sostanza, mentre un albergatore e un ristoratore possono decidere di chiudere o aumentare i prezzi per affrontare la crisi, “noi siamo tenuti a non farlo per legge. A nostra garanzia c’è solo l’obbligo di riequilibrio economico-finanziario a cui sono tenuti, sempre per legge, gli enti locali proprietari degli impianti, che però il più delle volte non hanno le risorse economiche per adempiere al loro dovere, lasciando che siano i gestori ad assorbire le perdite”.

Auspicando una svolta nazionale, avvisano i gestori: “Non è a rischio solo un settore, ma il tessuto associativo e il benessere di migliaia di utenti, dipendenti e collaboratori”.