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L’economia italiana e il recupero dopo l’avvento della pandemia

23 febbraio 2022 | 14:19
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L’economia italiana e il recupero dopo l’avvento della pandemia

REGGIO EMILIA – Non c’è dubbio che la pandemia abbia giocato un ruolo estremamente negativo sull’economia italiana, dal momento in cui è scoppiata. I lockdown, in modo particolare, sono stati sicuramente molto pesanti, in tutti i sensi, con l’economia tricolore che ha inevitabilmente risentito di un calo netto dei consumi.

Gli italiani si sono spostati di meno, per via delle restrizioni imposte dalla suddivisione a zone ed è chiaro che, rimanendo molto più tempo a casa, hanno orientato i propri interessi verso particolari attività. Il commercio sul web è cresciuto in misura decisamente importante, ma ci sono anche altri settori che hanno ricevuto beneficio dal maggiore uso di internet. Ad esempio, gli investimenti online sono aumentati notevole: sono sempre di più gli utenti che si sono avvicinati al mercato del trading con broker come easyMarkets.

Dopo un 2020 caratterizzato da vari stop e dati in caduta libera, nel 2021, con l’arrivo dei vaccini, chiaramente l’economia italiana si è ripresa. Tante restrizioni sono venute meno e, in modo particolare, è il secondo trimestre dell’anno ad aver messo in evidenza un rimbalzo di tutto rispetto, con un aumento pari al 2.7%.

Il Pil italiano continua a crescere: anche nel terzo e nel quarto trimestre gli indicatori stanno resistendo, anche se è chiaro che la crisi delle materie prime non ha fatto altro che dare un’altra mazzata all’economia mondiale. I costi cresciti di diverse materie prime e di alcuni semilavorati, insieme alla ripresa dei contagi, hanno rappresentato un vero e proprio rebus anche per l’economia tricolore.

Da notare come i consumi privati siano ripartiti alla grande nel corso del secondo trimestre del 2021, con un aumento pari addirittura a 12 miliardi. Da notare come la spesa dedicata a viaggi e spese extra rispetto alla casa hanno avuto un ruolo decisamente importante in tal senso. I dati sono stati confermati anche nella seconda parte dell’anno, salvo poi, con il rialzo dei numeri dei contagi, bloccarsi nuovamente.

Se l’industria rappresentava, fino a poco tempo fa, il vero e proprio propulsore dell’Italia, adesso le cose stanno in maniera diversa. Infatti, con il passare dei mesi è il settore dei servizi che sta diventando il numero uno nel fare da traino alla crescita.

Gli indici PMI hanno messo in evidenza come, nel 2021, l’industria ha dovuto affrontare diverse diminuzioni, mentre i dati sul settore dei servizi sono decisamente positivi. È chiaro che, anche in questo senso, la scarsità legata a diverse materie prime e fattori produttivi si fa sentire eccome. La situazione, man mano che il tempo passa, diventa sempre più preoccupante. E, nel 2022, gli aumenti legati all’energia e al gas sono un’altra situazione da tenere in grandissima attenzione, perché le ricadute non sono solamente per le famiglie, ma anche per le imprese e le aziende.

Nel corso di buona parte del 2021, non è un segreto che l’inflazione sia tornata a crescere anche sul territorio italiano. Ad esempio, nello scorso mese di agosto si è arrivati a toccare un aumento del 2.1% annuo. Le principali ragioni per un trend del genere sono legate all’incremento dei prezzi dell’energia, seguendo quelli che sono stati i rincari che hanno avuto ad oggetto il petrolio.

Escludendo energia e alimentari, infatti, l’inflazione è decisamente contenuta, mettendo in evidenza, quindi, come le pressioni domestiche siano comunque molto contenute. Fino a questo momento, nei prezzi al consumo praticati sul territorio italiano, non si rinviene un impatto particolarmente elevato del boom dei prezzi delle commodity non energetiche e nemmeno in relazione alla loro scarsità. Tutto questo dà una mano ai consumi, ma al contempo va a limitare notevolmente i margini delle imprese.