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Covid, i Nas denunciano un farmacista di Luzzara

10 febbraio 2022 | 17:23
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Covid, i Nas denunciano un farmacista di Luzzara

Il suo dipendente, secondo il verbale dei carabinieri, “eseguiva tamponi antigenici rapidi dichiarandosi farmacista”

REGGIO EMILIA – Anche i carabinieri del Nas di Parma hanno scovato delle irregolarità durante la campagna di controlli nazionale che, negli ultimi 30 giorni, ha portato i militari a svolgere verifiche in “1.360 farmacie e centri di analisi, rilevando irregolarità in 170 di questi (pari al 12,5%) e contestando 282 violazioni”.

In tutta Italia, si legge in una nota, “è stata disposta la sospensione di 21 punti di prelievo di tamponi rapidi condotti in condizioni igienico-strutturali carenti e con modalità non compatibili con la prosecuzione dell’attività, sono stati sequestrati 677 kit per tamponi rapidi non idonei e individuati 18 operatori che lavoravano senza Green pass e sono state accertate anche altre violazioni, con il sequestro di 650 confezioni di medicinali defustellati e 25.300 mascherine irregolari”.

Il Nas di Parma ha denunciato il titolare di una farmacia di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, e un suo dipendente, in quanto quest’ultimo “eseguiva tamponi antigenici rapidi dichiarandosi farmacista”. Nel corso del controllo sono state accertate “ulteriori violazioni riguardo l’esecuzione dei tamponi, effettuati in un luogo non idoneo e senza indossare i dispositivi di protezione individuale, nonché la vendita di medicinali soggetti a prescrizione medica senza la presentazione della ricetta”. In provincia di Parma, invece, i militari hanno “avanzato alle autorità sanitarie la proposta di sospensione di due farmacie”.

In una, a Fidenza, sono state rilevate “l’omessa indicazione del luogo di esecuzione dei test antigenici e la parziale compilazione delle schede di ‘consenso informato’ dei clienti, non correttamente identificati”. Nell’altra, a Sissa, è invece emerso che “il personale addetto all’esecuzione dei tamponi non utilizzava dispositivi di protezione individuale (camice monouso e protezione oculare) e non sostituiva i guanti in lattice monouso tra un cliente e l’altro, omettendo anche di sanificare il luogo di somministrazione dei test”.