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Carpineti, Casa protetta don Cavalletti: proclamato lo stato di agitazione

24 febbraio 2022 | 10:30
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Carpineti, Casa protetta don Cavalletti: proclamato lo stato di agitazione

Dopo che il sindaco ha annunciato la trasformazione in Azienda Speciale senza essersi confrontato con i sindacati

CARPINETI (Reggio Emilia) – Mercoledì scorso lavoratori, lavoratrici e organizzazioni sindacali della Casa protetta Don Cavalletti di Carpineti si sono riuniti in assemblea per fare il punto sul futuro della struttura dato che lamentano il fatto che, da molto tempo, mancano, o sono carenti, figure professionali indispensabili per un’assistenza di qualità: direttore, infermieri, fisioterapisti, responsabile della sicurezza, amministrativi. Scrivono i sindacati: “Questo determina carenze organizzative importanti, non ultima anche la perdita di finanziamenti regionali. Lo stabile stesso poi necessita urgentemente di ristrutturazione”.

Spiegano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: “Rispetto al futuro, il sindaco di Carpineti Tiziano Borghi, durante il consiglio comunale del 3 febbraio scorso, ha annunciato la trasformazione della Don Cavalletti in Azienda Speciale. Un annuncio che, nonostante le importantissime implicazioni lavorative, occupazionali e gestionali, che potrebbe generare, non ha visto la convocazione dei sindacati e nessun incontro è stato programmato. Restano quindi senza risposte molti interrogativi importanti: il primo di certo è sapere se questa scelta sia indispensabile e quali conseguenze avrà per i lavoratori e per gli ospiti. Sarà migliorativa?”.

Le preoccupazioni sono molte, i sindacati sono in allerta anche riguardo alle scelte organizzative che verranno fatte. Secondo Cgil, Cisl e Uil bisognerà chiarire se la struttura potrà usufruire di finanziamenti per la ristrutturazione, come verranno sanati i buchi di bilancio e quali amministrazioni della zona montana parteciperanno alla gestione.

Ma anche sul piano del servizio offerto andrà chiarito come le modifiche che si intende fare influiranno sulla qualità dell’offerta socio assistenziale.

Chiedono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl insieme alle Rsu: “Quanti posti letto resteranno? I sessanta lavoratori attuali – tra dipendenti dell’Asp, dell’agenzia Osmosi, della Cooperativa Ancora, di Cirfood e di Coopservice – che operano presso la struttura, verranno riconfermati? Quali contratti di lavoro verranno applicati? Nessuna di questa domande al momento ha avuto risposta, né ci sono date programmate per iniziare un confronto di merito con i lavoratori e i loro rappresentanti. Per questi motivi, per l’urgenza di avere risposte e confronti, nel perdurare dell’incertezza abbiamo chiesto un incontro al prefetto di Reggio Emilia e indetto uno stato di agitazione, non escludendo la possibilità di arrivare anche allo sciopero”.