Saman, lo zio Danish si difende: “Mi hanno incastrato”

24 gennaio 2022 | 19:02
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Saman, lo zio Danish si difende: “Mi hanno incastrato”

Il 34enne pakistano è stato interrogato per due ore dal Gip Luca Ramponi. Sul video che lo ritrae con pala e piede di porco insieme a due cugini ha detto: “Siamo andati a fare dei lavori nell’orto”

REGGIO EMILIA – Lo zio di Saman Abbas, Danish Hasnain, avrebbe negato oggi di nuovo ogni coinvolgimento con la scomparsa della nipote 18enne, sparita da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile dell’anno scorso, dopo essersi ribellata a un matrimonio combinato. Nell’interrogatorio davanti al Gip del tribunale di Reggio Emilia Luca Ramponi a cui è stato sottoposto oggi, durato poco meno di due ore e mezza, il 34enne avrebbe riferito di essere stato “incastrato”. Il pakistano avrebbe inoltre motivato la sua fuga in Francia, da dove è stato estradato il 5 gennaio scorso, dicendo che aveva paura. Il fratello minore di Saman, infatti, lo ha indicato come esecutore materiale del delitto della giovane, il cui corpo non è stato ancora ritrovato.

Ha detto il suo avvocato Lalla Gherpelli del suo cliente: “Si dichiara all’oscuro di cosa possa essere accaduto a Saman. Proprio in considerazione degli ottimi e affettuosi rapporti che aveva con la nipote ha ritenuto plausibile che si fosse allontanata volontariamente”. Il difensore del 34enne pachistano ha detto che “questa è la versione che ha ricevuto dal fratello Shabbar”, cioé dal padre di Saman Abbas “e dal nipote”, cioè dal fratello minorenne di lei, attualmente in una struttura protetta. Hasnain “tiene molto a proclamare la propria innocenza attraverso la stampa e i media”.

E inoltre, pur senza voler accusare nessuno, “ventila la possibilità” che il fratello di Saman abbia fatto le dichiarazioni a suo carico “spaventato e condizionato dal padre Shabbar, anche in considerazione di un potenziale vantaggio di natura economica che deriverebbe dalla sua condanna. In Pakistan, infatti, i due fratelli sono comproprietari di un terreno e qualora lui fosse condannato spetterebbe di diritto a Shabbar”.

Anche per questo l’indagato “ha chiesto aiuto al pm perché appuri, indaghi, chiarisca”. Avrebbe risposto a tutte le domande, “con coerenza e tranquillità, senza che mai la sua voce fosse turbata”. Anche a quella relativa al video che lo ritrae con pala e piede di porco insieme a due cugini, il 29 aprile, quando secondo gli investigatori andarono a scavare la fossa a Saman: “Ha detto che andarono a fare lavori nell’orto”.