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Festa del Tricolore, il sindaco: “Non è un monumento, ma è per i giovani”

7 gennaio 2022 | 16:36
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Festa del Tricolore, il sindaco: “Non è un monumento, ma è per i giovani”
Festa del Tricolore, il sindaco: “Non è un monumento, ma è per i giovani”
Festa del Tricolore, il sindaco: “Non è un monumento, ma è per i giovani”

Sul caos quarantene il primo cittadino dice: “Talune imperfezioni nella gestione dell’emergenza richiedono un forte sforzo di comprensione e di buon senso di tutti noi”. Zanni: “Sanità è tricolore”

REGGIO EMILIA – “Il Tricolore lega passato e presente. Il 7 gennaio non è un monumento o un museo da ammirare e celebrare. Ciò che fecero quei giovani patrioti riecheggia ancora nei secoli, fu la dimostrazione che il cambiamento era possibile con il coraggio dell’assunzione di responsabilità, per indicare una strada, un passo del cammino verso la libertà”.

Così il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, intervenendo oggi alle celebrazioni del Tricolore in città al teatro Romolo Valli. Si ricorda il 7 gennaio del 1797, quando i liberi deputati delle città di Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia completarono il Congresso Cispadano, e “diedero forma a un sogno” con “una prima forma di Stato libero, sovrano, unitario”, evidenzia Vecchi, parlando a teatro in presenza della prefetta Iolanda Rolli, dell’assessore regionale Alessio Mammi e del presidente della Provincia Giorgio Zanni, dell’ex premier Romano Prodi.

Il sindaco continua citando il gesto di quei deputati e, assicura, “oggi quel coraggio è il testimone consegnato alle giovani generazioni, per non temere il futuro, ma per afferrarlo, per raggiungere in Italia come nel mondo tutti i contesti in cui gli ideali di libertà, uguaglianza, fraternità non sono ancora arrivati. Il Tricolore di oggi è per loro. Per le giovani generazioni, per affermare il diritto universale alla cittadinanza”.

Dopo le polemiche di questi giorni sul caos tamponi e quarantente, il sindaco ha un pensiero anche per il mondo della sanità: “E’ del tutto evidente che la complessità della contingenza pandemica quotidiana stia generando disagi a migliaia di cittadini, il lamento e la rabbia deve essere certamente ascoltato, ma nello stesso tempo talune imperfezioni nella gestione dell’emergenza richiedono un forte sforzo di comprensione e di buon senso di tutti noi. Dobbiamo evitare un rischio. Perdere razionalità nella complessità. “Il sonno della ragione genera mostri”, per dirla con il titolo della celebre opera di Goya. C’è stato un momento in cui abbiamo avuto bisogno di loro, dei medici, dei sanitari, dei tanti esposti nella prima linea di questa emergenza. Abbiamo avuto bisogno di sentirci sulla scia di una guida in un contesto drammatico. E li abbiamo anche abbracciati come eroi. Oggi loro hanno bisogno di noi, dopo due anni difficili, dopo ritmi di lavoro estenuanti, di fronte alla nuova ondata pandemica. È in questa reciprocità che si fonda il patto solidale di comunità. E’ in questo prenderci cura l’uno dell’altro che si riscopre un “patriottismo della responsabilità””.

Il presidente della Provincia reggiana, Giorgio Zanni, aggiunge: “Il Tricolore è figlio degli ideali e dei moti scaturiti dalla rivoluzione francese e dalla cultura illuministica, fatta di scienza, ricerca, evoluzione ed emancipazione personale e collettiva. Un simbolo che nasce dalla convinzione che i saperi, lo studio, il ragionamento ed il metodo scientifico siano i più potenti strumenti al servizio del progresso, alla base di una nazione”.

E sulla sanità aggiunge: “Se c’è un ambito dove i valori illuministi dello studio e ricerca, saperi e cultura, lavoro e miglioramento delle condizioni di vita dei nostri concittadini – e dunque dell’intera società – paiono rasentare una perfetta sintesi, quello è la sanità. Verrebbe quindi quasi automatico pensare che: sanità è Tricolore. E invece no, in un momento ancora e quanto mai complesso come questo, dobbiamo ribadire con forza come la pandemia abbia riposto al centro dell’attenzione l’imprescindibilità – oltre che la non scontata conquista – di un sistema sanitario pubblico e universale. E non semplicemente di “un sistema sanitario”. Abbiamo ancora negli occhi le proteste di sedicenti patrioti che inveivano contro green pass e vaccini. E sebbene il diritto di manifestare debba essere sempre garantito, com’è stato anche in mezzo alle restrizioni sanitarie più dure, non crediamo ci sia più spazio per l’egoismo a cui troppo spesso abbiamo assistito in questi lunghi mesi. Quello delle ritrosie, delle ignoranze, delle speculazioni politiche e della disonestà intellettuale. Un atteggiamento che ostacola tutto il sistema sanitario e perciò tutti noi. E allora, ringraziando, ancora una volta, per l’instancabile ed estenuante servizio che stanno svolgendo medici, infermieri e professionisti sanitari”.