Covid e caro energia, Confcooperative: “Palestre e piscine in crisi”

28 gennaio 2022 | 17:35
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Covid e caro energia, Confcooperative: “Palestre e piscine in crisi”
Covid e caro energia, Confcooperative: “Palestre e piscine in crisi”
Covid e caro energia, Confcooperative: “Palestre e piscine in crisi”

Marcello Campani: “La riduzione o la cessazione di attività legate ad imprese e associazioni sportive non farebbe altro che accrescere il disagio sociale”

REGGIO EMILIA – Il Covid che tiene lontane le persone e ora le bollette alle stelle che fanno schizzare i costi in assenza di guadagni e ristori: è l’uno-due che può rivelarsi micidiale per lo sport che vive nelle piscine e nelle palestre. Ma “sono del tutto sottovalutate le conseguenze economiche e sociali di quanto sta accadendo all’interno delle realtà sportive (piscine e palestre, in particolare), dove sono soprattutto il privato e le realtà periferiche a pagare le conseguenze della micidiale combinazione tra riduzione dell’attività ed esplosione della bolletta energetica.

“Chi non ha accesso al teleriscaldamento, che comunque ha fatto segnare aumenti superiori al 50% – spiega Marcello Campani, vicepresidente del settore sport, cultura e turismo di Confcooperative Reggio Emilia e della cooperativa Heron- ha registrato aumenti ben più rilevanti per riscaldare le strutture e renderle accessibili, con aggravi insostenibili per gli impianti privati dotati di piscine”.

La situazione, sottolinea Andrea Bagnacani, responsabile amministrativo della cooperativa Eden benessere e membro del Consiglio provinciale di Confcooperative, “è molto grave per tutti i gestori di strutture pubbliche, ma è addirittura a rischio chiusura per le realtà private, che non possono restituire le chiavi ai Comuni o chiedere adeguamenti delle convenzioni”. Parlando della propria realtà, Bagnacani segnala che il costo per il riscaldamento, che include le piscine dedicate anche al recupero funzionale, è più che triplicato con la bolletta di dicembre (oltre 10.000 euro), associandosi ad un aumento di oltre il 50% dell’energia elettrica e ad una contrazione del 60% di quanti abitualmente frequentano gli impianti”.

La “micidiale combinazione tra riduzione dell’attività legata alla diffusione della pandemia e rincari dell’energia senza precedenti –  osserva Marcello Campani, del Consiglio di presidenza di Confcooperative – avviene in presenza di ristori assolutamente marginali sull’energia e nella totale assenza di ammortizzatori sociali che consentano, quantomeno, di ridurre i costi del personale senza ricorrere a interruzioni del rapporto di lavoro”.

E’ a “maggior ragione grave – prosegue – che di questa situazione sfuggano anche i risvolti sociali e sanitari, perché è evidente che la riduzione o la cessazione di attività legate ad imprese e associazioni sportive non farebbe altro che accrescere il disagio sociale (soprattutto a carico dei bambini, dei giovani e degli anziani, ancor più confinati nelle loro abitazioni) e la forte contrazione di quelle attività motorie che non sono solo fonte di benessere per le persone, ma essenziali per la salute e la prevenzione di molte patologie legate alla sedentarietà”.

Per questo, Confcooperative da Reggio Emilia chiede “interventi immediati e a largo raggio che consentano di ridurre le tante e diverse criticità che si stanno registrando sul piano economico, occupazionale e socio-sanitario e, al tempo stesso, che si tenga conto che i problemi sono diffusi e riguardano tanto le strutture pubbliche quanto quelle private”.