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Strage di Bologna, l’ex moglie di Bellini conferma: “Gli diedi l’alibi il 2 agosto”

10 dicembre 2021 | 15:47
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Strage di Bologna, l’ex moglie di Bellini conferma: “Gli diedi l’alibi il 2 agosto”

Maurizia Bonini aggiunge: “Nel 1983 mio suocero mi disse di mentire sull’orario”

REGGIO EMILIA – “Nel 2010 sono stata male e ho avuto una crisi di coscienza dopo un percorso spirituale. In quel momento mi vennero i dubbi, perché Paolo arrivò tardi a Rimini e in auto accese la radio e disse ‘vediamo che è successo’, poi mi guardò con occhi non sinceri”. Maurizia Bonini, ex moglie di Paolo Bellini, imputato in Corte d’Assise a Bologna per concorso nella strage del 2 agosto 1980, torna in aula dopo la sua testimonianza dello scorso 21 luglio e conferma quanto già detto in quell’occasione sugli spostamenti dell’ex marito la mattina dell’attentato.

Rispondendo alle domande del presidente della Corte, Francesco Caruso, Bonini ribadisce di aver mentito agli inquirenti nel 1983, quando fornì un alibi a Bellini dicendo che l’ex marito, quella mattina, passò a prenderla a Rimini alle 9-9.30 per poi ripartire verso il passo del Tonale. L’imputato, sostiene ora la donna, sarebbe infatti arrivato a Rimini intorno alle 13, orario compatibile con la sua eventuale presenza a Bologna all’ora della strage in stazione. Quanto alle dichiarazioni rese nel 1983, Bonini afferma nuovamente di essere stata imbeccata, all’epoca, dal suocero Aldo Bellini, che le avrebbe detto “di dire di stare al sicuro sull’orario, perché c’erano stati articoli di giornale che dicevano che Paolo era stato a Bologna”.

La donna bolla poi come “una calunnia” quanto detto in aula dall’ex marito in merito a una presunta relazione tra lei e il cognato Guido Bellini nella seconda metà degli anni ’70, e dichiara infine che non le risulta che Bellini abbia passato la notte tra l’1 e il 2 agosto 1980 in ospedale a Parma, dove era ricoverato lo stesso Guido. Su quest’ultima circostanza è stata poi sentita anche Marina Bonini, vedova di Guido Bellini – anche lei già sentita il 21 luglio – che a sua volta afferma di non aver mai saputo che l’imputato, quella notte, fosse in ospedale accanto al fratello.

“Non so – dice – se Paolo è andato in ospedale quella notte. Guido non mi disse nulla, e comunque io non l’ho visto”. Marina Bonini conferma, invece, di aver consegnato la figlia Daniela a Bellini verso le 6.30 del 2 agosto a Scandiano, da dove i due avrebbero dovuto raggiungere il resto della famiglia a Rimini. La donna aggiunge però che la figlia “non mi parlò mai di quel viaggio, io non sapevo che fossero arrivati tardi all’appuntamento”. Resta, quindi, il dubbio su dove Bellini, nel caso fosse uno degli esecutori della strage, possa aver lasciato la nipote a Bologna prima di ripartire con lei per Rimini.

I legali dell’imputato avrebbero voluto due distinti confronti tra le due testimoni e Bellini, richieste però respinte dalla Corte. Un terzo testimone viene poi sentito per la seconda volta: si tratta di Michele Bonini, fratello di Maurizia, che ribadisce che la mattina del 2 agosto sua madre, dopo aver accompagnato a Rimini, all’appuntamento con Bellini, Maurizia e i suoi due figli, rientrò tardi, dopo le 13.30, in albergo a Torre Pedrera. Una dichiarazione, quest’ultima, che sostanzialmente conferma quanto sostenuto dall’ex moglie dell’imputato.