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San Polo, si aggrava la posizione dei due fratelli denunciati per truffa

2 dicembre 2021 | 10:30
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San Polo, si aggrava la posizione dei due fratelli denunciati per truffa

I due bresciani di 20 e 26 anni sono ora accusati anche di ricettazione

SAN POLO (Reggio Emilia) – Si aggrava la posizione di due fratelli bresciani di 20  e 26 anni arrestati dai carabinieri per truffa in novembre per aver raggirato un sanpolese a cui avevano svuotato il conto corrente. Ora, per loro, a questa accusa si aggiunge anche quella di ricettazione.

Durante le indagini, infatti, i carabinieri della stazione di San Polo hanno accertato come i due fratelli, servendosi di 6 carte Postepay intestate a terzi, avevano compiuto diverse operazioni di prelievo e ricarica verso altre carte per mascherare la provenienza della somma complessiva di circa 4.000 euro provento di due truffe consumate ai danni di una 47enne bolognese e di una 23enne bresciana.

Le due donne sono state vittime, come il sanpolese, della cosiddetta “truffa al contrario” che le ha viste, anziché ricevere i soldi per vendite da loro fatte on line, ritrovarsi con il conto svuotato. Ai due fratelli i carabinieri di San Polo erano giunti, grazie anche al supporto dell’Ufficio Antiriciclaggio di Poste Italiane, attraverso l’individuazione degli Atm degli Uffici Postali maggiormente utilizzati per le operazioni di riscossione dei proventi delittuosi.

I militari sanpolesi avevano attuato, in trasferta, un servizio in borghese nel corso del quale, avevano sorpreso, in flagranza di reato, i due fratelli bresciani che, in un Atm postale di un comune della provincia di Brescia, stavano effettuando prelievi per un importo totale di 2.240 euro, provento di un’altra truffa ai danni dell’ennesima ignara vittima che aveva ricaricato inconsapevolmente le carte elettroniche utilizzate dai truffatori, ritenendo invece di incassare i soldi di quanto aveva venduto on line.

I carabinieri di San Polo hanno sequestrato le carte PostePay trovate nella disponibilità degli indagati. Postepay che, attraverso ulteriori accertamenti, sono risultate essere state utilizzate anche per riciclare i proventi delle truffe, motivo per cui i due sono stati denunciati anche per il reato di riciclaggio.