Proroga servizio idrico, il governo impugna la legge regionale

15 dicembre 2021 | 14:10
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Proroga servizio idrico, il governo impugna la legge regionale

Il ricorso è stato deliberato ieri sera dal Consiglio dei ministri

REGGIO EMILIA – La doccia fredda per la giunta Bonaccini era stata annunciata. E ora è arrivata. Il Consiglio dei ministri, nella seduta di ieri sera, ha deciso di impugnare la legge approvata dalla Regione Emilia-Romagna nell’ottobre scorso che prevede, tra l’altro, la proroga al 2027 per i gestori del servizio idrico. Il Governo trascinerà dunque la Regione davanti alla Consulta perchè nel provvedimento, si legge nella nota del Cdm, sono previste disposizioni che si pongono “in contrasto con alcune norme del codice dell’ambiente” e che “violano l’articolo 117, secondo comma, lettere e) ed s), della Costituzione”.

Poco più di due settimane fa, era stato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ad annunciare l’intenzione di impugnare la legge dell’Emilia-Romagna, rispondendo alla Camera a un’interrogazione del deputato Stefano Fassina. “Alla luce di quanto emerso dall’analisi tecnica – disse in quella occasione Cingolani – il ministero della Transizione ecologica ha deciso di sottoporre al Consiglio dei ministri la valutazione circa l’impugnazione della norma regionale, in quanto interviene in materia attribuita in via esclusiva alla competenza legislativa dello Stato”.

Secondo il ministro, infatti, la legge regionale “pur se nell’ottica di garantire il rispetto della tempistica di realizzazione degli interventi compendiati nel Pnrr, nell’introdurre un sostanziale meccanismo di proroga degli affidamenti del servizio idrico integrato in essere, si pone in contrasto con la disciplina nazionale”. In poche parole, disse Cingolani, la proroga concessa dall’Emilia-Romagna ai gestori del servizio idrico “configura una violazione di sistema”.

Le affermazioni di Cingolani erano state respinte al mittente dall’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo. “Non si tratta di uno stravolgimento delle regole o di una dilazione sine die delle attuali concessioni – sosteneva Priolo – né si tratta di una proroga generalizzata, essendo riservata esclusivamente agli ambiti che vedono la concessione in scadenza durante la durata Pnrr. E questo proprio al fine di consentire a tutti i bacini coinvolti di poter accedere alle risorse straordinarie per realizzare investimenti straordinari sull’acqua. Niente di più e niente di meno”.

Secondo l’assessore, infatti, “che la proroga delle concessioni per la gestione del servizio idrico integrato configuri un intervento sulla libera concorrenza è questione quantomeno da approfondire”. Contro la legge dell’Emilia-Romagna si erano schierati anche i movimenti ambientalisti, che a inizio novembre avevano dato vita a una manifestazione di protesta sotto le finestre della Regione, a Bologna. In quella occasione, i comitati regionali per l’acqua pubblica annunciarono l’intenzione di valutare a loro volta il ricorso contro la proroga concessa dalla Regione.

“Vogliamo andare avanti per fermare questo provvedimento – dissero gli ambientalisti – la Regione lo ritiri e si discuta della ripubblicizzazione dell’acqua. E’ una scelta politica inaccettabile, “rispetto a cui continueremo a mobilitarci, se necessario anche dal punto di vista giuridico, perchè c’è anche un’illegittimità in questo provvedimento”.