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Mafie, Gratteri: “Mondo delle professioni prono e spregiudicato”

2 dicembre 2021 | 15:54
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Mafie, Gratteri: “Mondo delle professioni prono e spregiudicato”

Il procuratore di Catanzaro al festival della Legalità: “Senza di loro la ‘ndrangheta non potrebbe riciclare”

REGGIO EMILIA – Nei confronti del mondo delle professioni l’attività antimafia deve essere “più dura e consequenziale, altrimenti non avremo mai un margine”. Lo dice Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, parlando stamattina a Reggio Emilia ad uno degli incontri del festival della legalità organizzato dalla Provincia.

Spiega infatti Gratteri: “C’è una cosa che la ‘ndrangheta da sola ancora non riesce a fare, cioè riciclare. E’ facilitata a interagire con il mondo delle professioni, della politica e degli amministratori locali perché grazie alla dote della ‘Santa’ è possibile nelle logiche massoniche deviate avere contatti con i quadri della pubblica amministrazione”. E proprio “con questo mondo delle professioni la ‘ndrangheta interagisce e ha fatto il suo grande salto di qualità”.

Perché oggi, continua il magistrato, “quando parliamo di grandi ricchezze delle mafie, parliamo del 2, al massimo il 3% dei mafiosi, il resto sono morti di fame che se arrestati non hanno nemmeno i soldi per pagarsi l’avvocato o provvedere alla famiglia: gli stolti che pensavano affiliandosi di diventare ricchi e potenti ma sono solo stupidi funzionali al potere del capomafia”.

E’ “lui – dice ancora Gratteri – che ha i soldi e non riesce a spenderli o giustificarli. Per farlo ha bisogno di avvocati, commercialisti, funzionari di banca. La ‘ndrangheta non è in grado di fare investimenti di riciclaggio sofisticato: un ‘ndraghetista doc può andare a Francoforte e comprarsi un albergo a cinque piani o a Berlino e prendere il ristorante più importante della via principale e fare ristorazione. Ma non è in grado di fare riciclaggio a livello bancario e finanziario e quindi si avvale del mondo delle professioni”.

Il quale, afferma Gratteri “è prono, pronto e spregiudicato”. Quindi è qui “che bisogna andare e ragionare, nelle banche, soprattutto quelle piccole che da un lato sono vicine al territorio in senso positivo perché conoscono meglio i bisogni della gente, ma spesso seguono logiche clientelari”. Pertanto, esorta il procuratore capo, “oltre a occuparci di spiegare ai ragazzi che non conviene delinquere, dobbiamo anche costringere il mondo della finanza delle professioni che non basta essere iscritti ad un albo e siamo a posto così. Bisogna entrare in questi ‘club’ e guardarsi negli occhi e chiedere conto di quanto succede”.

Conclude Gratteri: “Nella logica nazionale non si parla più di mafie perchè non sparano e quindi non vengono percepite come un’emergenza. Ma noi dobbiamo pensare anche di andare in posti dove non siamo mai andati e dire ai professionisti: attenzione perchè state diventando complici e colpevoli anche voi” (fonte Dire).