Dl presuzione di innocenza, sindacati stampa: “C’è rischio bavaglio”

22 dicembre 2021 | 17:19
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Dl presuzione di innocenza, sindacati stampa: “C’è rischio bavaglio”

Dopo l’esempio di Modena incontri con i procuratori in ogni provincia

REGGIO EMILIA – In tutte le province dell’Emilia-Romagna i rappresentanti delle associazioni della stampa incontreranno i rispettivi Procuratori della Repubblica per segnalare gli effetti negativi sull’informazione del recente decreto del Governo sulla presunzione di innocenza.

Lo ha deciso l’ultimo direttivo dell’Aser (Associazione stampa dell’Emilia-Romagna) sulla scorta di quanto fatto il mese scorso dal sindacato di Modena. Nel decreto sono in particolare contenute una serie di indicazioni per le Procure che, per il presidente di Assostampa Modena Roberto Righetti, “rischiano di burocratizzare il rapporto tra pm e organi di informazione. Il rischio bavaglio c’è davvero”.

A Modena, continua Righetti, “ci siamo mossi un po’ prima dell’entrata in vigore di questo decreto perché con molto zelo la nostra Procura si era messa avanti col lavoro e aveva anticipato la stretta sulle informazioni, creando sostanzialmente un black out delle notizie sia da parte dei magistrati sia delle forze dell’ordine relative ai procedimenti penali, mettendo praticamente in difficoltà tutta la cronaca nera”.

Per questo “un mese fa abbiamo sollevato il problema, abbiamo scritto, poi abbiamo incontrato il procuratore con il presidente dell’Aser e dell’Ordine regionale dei giornalisti e, sull’esempio di Modena, questa iniziativa verrà anche proposta alle altre realtà regionali”.

Come sollecitato anche dal presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, aggiunge Righetti, “servono linee guida nazionali chiare per evitare che la norma sia applicata a piacere dalla Procure, così come serve buonsenso da parte degli organi di polizia giudiziaria per evitare che un principio che tutti noi condividiamo, quello di assicurare il diritto della persona sottoposta a indagini e dell’imputato a non essere indicati come colpevoli fino a sentenza di condanna irrevocabile, si trasformi in una sorta di bavaglio impedendo all’opinione pubblica di venire a conoscenza di informazioni di interesse pubblico”.

Inoltre in questo modo “diventa più complicato il lavoro di verifica dei fatti che i giornalisti devono fare con le fonti istutizionali”. Il Procuratore capo di Modena “ha accolto le nostre richieste e dato indicazioni alle forze dell’ordine”. Il direttivo Aser, infine, ha anche concordato “di tenere monitorata la situazione”, conclude Righetti.