Coviolo, nuovo bando per la gestione del forno crematorio

23 dicembre 2021 | 10:55
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Coviolo, nuovo bando per la gestione del forno crematorio

Dopo la battaglia legale, l’affidamento biennale per 382mila euro

REGGIO EMILIA – Il Comune di Reggio Emilia ha indetto ieri un nuovo bando per affidare in via biennale il servizio di cremazione del cimitero di Coviolo, dall’1 gennaio prossimo al 31 gennaio del 2024. L’importo della gara è di 382.500 euro e il termine per la presentazione delle offerte scade il 24 gennaio. L’appalto sarà assegnato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

E’ l’ultimo capitolo di una complessa vicenda legale che vede come parti in causa oltre all’amministrazione (come stazione appaltante) le ditte che hanno partecipato alla selezione e in cui, secondo una sentenza del Tar di Parma del 24 marzo scorso, degli atti della precedente gara d’appalto indetta dall’ente “va disposta la trasmissione alla Procura della Repubblica per i profili di competenza”. Tutto è iniziato a ottobre del 2019 quando il Comune ha bandito una procedura ad evidenza pubblica del valore di 156.000 euro per la gestione biennale del forno crematorio del cimitero cittadino. Ad aggiudicarsi l’appalto era stata a marzo del 2020, in piena pandemia, la ditta bolognese Altair spa.

Una delle tre aziende che avevano partecipato alla gara, la Bertolotti Aldo & C, aveva però contestato l’aggiudicazione e presentato ricorso al tribunale amministrativo, eccependo una lunga serie di violazioni e vedendo- il 6 novembre dell’anno scorso- parzialmente accolte le sue argomentazioni. Circa un mese più tardi, il 16 dicembre 2020, il Comune di Reggio ha proceduto con affidamento diretto ad assegnare proprio ad Altair la gestione delle operazioni di cremazione nel cimitero per il primo semestre 2021, per “poter procedere agli atti indispensabili per una nuova aggiudicazione”.

La Bertolotti ha quindi presentato un nuovo ricorso, ritenendo il nuovo affidamento “elusivo” della precedente sentenza del Tar, che i giudici hanno però ritenuto “infondato nel merito” e da respingere. Sulla decisione dell’amministrazione di indire una nuova gara, che si è oggi concretizzata, i giudici avevano fatto l’appunto che “non era l’unico esito possibile” perché “la natura dei vizi accertati (nella prima sentenza, ndr) era relativa alla valutazione di due sub criteri e, dunque, per tali sub criteri il Comune poteva ben procedere alla rivalutazione dell’offerta, pervenendo ad una nuova aggiudicazione frutto di una nuova valutazione”.