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Covid, ci sono 5.800 reggiani in quarantena: tracciamento in crisi

23 dicembre 2021 | 16:16
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Covid, ci sono 5.800 reggiani in quarantena: tracciamento in crisi

La Bedeschi: “Non siamo in condizioni di contattare in 24 o 48 ore i positivi”

REGGIO EMILIA – Sono in tutto 5.800 i reggiani chiusi in casa per il Covid di cui 2.600 in isolamento perché positivi e 3.200 in quarantena in quanto contatti stretti. Ma “con questi numeri dei contagi e con il personale a disposizione non siamo più in condizioni di contattare nelle 24 o 48 ore tutte le persone postive”. L’allarme arriva dal direttore del dipartimento di Sanità pubblica Emanuela Bedeschi, che rinnova per questo ai cittadini che hanno fatto il tampone a seguire la procedura “automatizzata” per la presa in carico da parte dell’Azienda.

“Oggi ancora vediamo una percentuale non altissima di chi ha risposto e in questo momento il servizio informatico stà già lavorando per rendere la procedura ancora più chiara e accessibile”, spiega Bedeschi. “Tutte le persone che hanno fatto un tampone – ricorda la professionista – ricevono un sms con l’esito e una richiesta di prosecuzione dell’attività”.

Quanti rispondono affermativamente, “di fatto possono essere presi in carico in modo automatico con la prenotazione dei tamponi successivi, l’emissione dei certificati di isolamento e la possibilità di segnalare i contatti che a loro volta saranno contattati e per i quali si proseguirà con la richiesta di tamponi”. Rispondendo al primo sms, inoltre, “si inizierà ad essere seguiti con un sms sulla comparsa o scomparsa dei sintomi inviato ogni tre giorni e successivamente le persone potranno essere chiamate in caso di necessità”.

Con gli operatori disponibili, riprende Bedeschi, “siamo in grado di fare fino a 150 ,180 indagini al giorno”, molto al di sotto dei numeri dei contagi, stabili da qualche giorno a oltre 300. Sull’attività di tracciamento, pesa poi in modo importante la parte fatta sulle scuole. “La pausa natalizia dovrebbe aiutarci ad allentare la pressione su questo fronte e recuperare le situazioni sospese nel tracciamento ordinario” (circa un migliaio), dice il direttore generale dell’Ausl Cristina Marchesi. Che quanto alla carenza di organici spiega: “E’ il mercato che non offre molto per sostituire il personale, ma il nostro impegno è massimo nella ricerca”.