Concordato Ferrarini, Pini acquista all’asta Villa Corbelli

14 dicembre 2021 | 19:03
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Concordato Ferrarini, Pini acquista all’asta Villa Corbelli

L’imprenditore: “E’ stata smentita la fake news che vogliamo delocalizzare”

REGGIO EMILIA – E’ stato il gruppo Pini di Sondrio, che nel concordato Ferrarini contende a Bonterre l’acquisizione dell’azienda emiliana, ad aggiudicarsi oggi all’asta Villa Corbelli. La società della famiglia Pini ha pagato 2 milioni e 760mila euro, pari all’offerta minima fissata dal Tribunale. Si tratta del quartier generale di Ferrarini a Reggio Emilia, che ospita anche lo stabilimento di produzione del prosciutto cotto. L’immobile era stato pignorato e messo in vendita dal tribunale reggiano per iniziativa di Unicredit, creditore della società di Reggio, in concordato dal 2018.

Per il neo proprietario della villa Roberto Pini, accusato in questi mesi di voler delocalizzare le attività, “l’acquisto della Villa di Rivaltella è il segnale più chiaro del nostro interesse per la crescita di Ferrarini ed è la dimostrazione di quanto crediamo nel progetto e nella sua storia, di cui la villa rappresenta uno dei simboli”.

Prosegue l’imprenditore: “Siamo contenti del risultato ottenuto, innanzitutto per la continuità aziendale e la tranquillità di dipendenti e maestranze. Adesso entra ancor più nel vivo il nostro progetto per la crescita in Italia dove come Pini Italia srl e Ghinzelli srl siamo i primi macellatori della filiera DOP italiana con un milione e mezzo di capi annui, tanto che Pini Italia attualmente ha una quota di mercato del 20%”. Con Ferrarini, viene annunciato, “stiamo lavorando a percorsi integrati sulle filiere animal welfare, antiobiotic free e sulla filiera biologica utilizzando esclusivamente suini del circuito Dop nati, allevati e macellati nei nostri macelli italiani”.

L’acquisto, continua Pini, “è la migliore smentita alla fake news di delocalizzazioni di produzioni di Ferrarini, una volta ottenuta l’omologa del concordato. Come già detto non avrebbe senso acquistare una delle aziende simbolo dell’alimentare Made in Italy e la sua sede principale, per poi delocalizzare la produzione in Spagna”. Al contrario “la scelta di Pini Holding di investire in Ferrarini parte dalla consapevolezza del valore delle produzioni oggi realizzate negli stabilimenti di Lesignano Bagni e Reggio Emilia e del valore delle persone che vi lavorano”. Pertanto, “speriamo che dopo oggi nessuno dirà più che intendiamo delocalizzare le produzioni. Non è mai stato il nostro intendimento”.