Silk Faw, ora i soldi ce li mette mister Krane

11 novembre 2021 | 10:49
Share0
Silk Faw, ora i soldi ce li mette mister Krane

Lo ha dichiarato la manager director Katia Bassi al Sole 24 Ore: “Investimento da 1,34 miliardi di euro che proviene all’85% da Kraneshares e, per il restante 15%, da Faw”. Ma nel maggio scorso l’azienda sosteneva che sarebbe stato finanziato da un pool di banche cinesi

REGGIO EMILIA – “L’investimento da 1,34 miliardi di euro proviene all’85% da Kraneshares e, per il restante 15%, da Faw, cifra che sarà utilizzata per la costruzione dell’impianto carbon neutral e per l’avvio delle linee produttive dei modelli costruiti in Italia”. Lo ha detto Katia Bassi, managing director di Silk Faw al Sole 24 Ore parlando del polo dell’auto elettrica che dovrebbe sorgere a Gavassa, alle porte di Reggio Emilia, dove nasceranno  l’hypercar S9 e le supercar zero emissioni S7 Cuv e S7 Coupè.

Ha aggiunto la Bassi: “L’S9 sarà il nostro manifesto tecnologico e di stile. Con l’avvio della produzione nel 2023 e le prime consegne nel 2024. Avrà un prezzo di circa due milioni di euro, con una produzione a regime di circa 200 vetture l’anno”.  La Bassi ha anche detto al quotidiano finanziario che a Gavassa nascerà pure il modello S7, con carrozzeria Cuv e Coupè con l’avvio degli impianti nel 2024 e consegne per l’anno successivo a fronte di un prezzo di circa 250mila euro e una produzione a regime nel 2016 di 6mila vetture l’anno.

La manager ha aggiunto che, entro il 2022, si arriverà a 400 assunzioni. Per quel che riguarda il brand, infine, pare che non sarà utilizzato in Occidente quello di Hongqi (bandiera rossa in cinese, ndr) che verrà utilizzato solo in Cina e che il nome del brand occidentale sarà svelato a breve.

Dalle dichiarazioni della Bassi si apprende dunque che Krane Funds Advisor Llc (KraneShares), asset manager globale conosciuto per i suoi exchange-traded fund (Etf) incentrati sulla Cina e per le innovative strategie di investimento in Cina, con a capo Jonathan Krane, sarà il principale finanziatore della nascita di Silk Faw a Gavassa.

Si apprende anche che i numeri sono cambiati rispetto a quanto dichiarato in precedenza dall’azienda, dato che inizialmente si era sempre parlato di 99 supercar prodotte a un prezzo di 1,4 milioni di dollari e di 4400 auto prodotte all’anno tra S7 e S5. Fra l’altro Roberto Fedeli, Chief Technology & Innovation Officer dell’azienda, la settimana scorsa aveva parlato di 200 assunzioni entro il 2022.

Tornando alla parte finanziaria, Krane Shares Csi China Internet Ucit Etf (Kweb) ha recentemente superato i 700 milioni di dollari di asset in gestione, mentre l’Etf Kweb quotato negli Stati Uniti ha un patrimonio in gestione superiore agli otto miliardi di dollari.

Krane ci dovrebbe mettere dunque un miliardo e 139 milioni di euro in questo investimento. Sono soldi che, ovviamente, non potrà prendere utilizzando gli investimenti dei clienti attuali nei suoi fondi, ma che dovrà trovare sul mercato.

Queste dichiarazioni della Bassi contrastano, comunque con quanto dichiarato da Silk Faw al nostro giornale nel maggio scorso: “Le risorse finanziarie sono garantite da un consorzio di banche che comprende Bank of China, Bank of Communications, Icbc e Ccb”. Così l’azienda replicava a Reggio Sera che aveva pubblicato un articolo in cui si ripercorreva la storia, fallimentare, dell’esperienza del colosso cinese Faw in Germania che, nel 2018, aveva investito nella Byton Automobili, una start up sino-americana-tedesca che poi era fallita.

Ora, invece, a quanto pare, la parte del leone, in questa vicenda, la dovrebbe fare mister Krane.