Femminicidio nel parco, in centinaia al sit in per Juana Cecilia

22 novembre 2021 | 13:10
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Femminicidio nel parco, in centinaia al sit in per Juana Cecilia

Una miriade di fiori, candele e messaggi sono stati lasciati per la 34enne uccisa

REGGIO EMILIA – Una comunità intera ancora scossa per l’orrore, l’ennesimo femminicidio, stretta in silenzio nel ricordo di Juana Cecilia Hazana Loayza. Sono diverse centinaia le persone che a Reggio Emilia ieri pomeriggio hanno preso parte a un sit-in silenzioso voluto dalle organizzazioni ‘Non da sola’, che gestisce il Centro anti-violenza della città, ‘Donne in nero’ e ‘Non una di meno’, per ricordare la 34enne trovata sgozzata ieri in un parco pubblico della città emiliana e per chiedere giustizia.

Molti gli amici e i familiari della ragazza, che lascia un bimbo di un anno e mezzo, ma a partecipare sono stati tantissimi cittadini e cittadine. In prima fila il sindaco Luca Vecchi e altri rappresentanti delle istituzioni. Al parco, nel luogo in cui Juana Cecilia è stata uccisa, la dimostrazione d’affetto nei confronti della vittima è tangibile nella miriade di fiori, candele, messaggi lasciati per lei. Lacrime e silenzio hanno accompagnato questo momento di raccoglimento.

“E’ evidente che gli strumenti di diritto a disposizione si sono rivelati inadeguati a prevenire un pericolo che era presente e che poi ha manifestato un epilogo drammatico come questo”, ha detto il sindaco Vecchi. “È un fatto non solo di repressione, ma soprattutto di prevenzione – aggiunge – e di tutela della sicurezza e dignità delle persone, delle donne in particolare, che sono esposte a rischi”. Il Comune continuerà a seguire la vicenda, con particolare attenzione al minore coinvolto, ovvero il bimbo di un anno e mezzo che Juana Cecilia aveva avuto da un’altra relazione.

Il patteggiamento a due anni per il tipo di reati previsti dal Codice rosso prevede che la pena sospesa “possa essere concessa ma subordinata a percorsi di riabilitazione, un gran bel nome, ma è qualche cosa, e qui ne è la palese dimostrazione, che non funziona”. Così all’Ansa Alessandra Bonini, avvocata che difende Mirko Genco.

Il 24enne è in carcere in attesa dell’udienza di convalida che deve essere ancora fissata.