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“Con questi materiali casca tutto”, quattro arresti a Catanzaro per il ripristino del ponte Morandi

3 novembre 2021 | 18:03
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“Con questi materiali casca tutto”, quattro arresti a Catanzaro per il ripristino del ponte Morandi

Dalle indagini è emerso che alcuni imprenditori, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell’Anas, impiegavano un tipo di malta scadente per i lavori di manutenzione straordinaria

REGGIO CALABRIA – Quattro persone sono state arrestate e due interdizioni sono state emesse oggi nel catanzarese dalla Guardia di finanza su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro per i reati di trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso.

L’attività riguarda anche i lavori di manutenzione straordinaria del ponte Morandi sul viadotto Bisantis che collega il centro storico di Catanzaro e di un tratto della strada statale 280 dei Due mari. Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200.000 euro quale profitto dei reati contestati.

La Procura ha contestualmente disposto il sequestro, con facoltà d’uso, del viadotto Bisantis e della galleria Sansinato, allo scopo di svolgere accertamenti di natura tecnica. Le indagini, dirette dalla Direzione distrettuale antimafia, ed eseguite dalla guardia di finanza di Catanzaro, hanno permesso di acquisire gravi indizi a carico di due imprenditori operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori stradali, che, consapevoli del rischio di incorrere in misure di prevenzione di natura patrimoniale, hanno costituito delle società intestandole fittiziamente a una loro collaboratrice, pur mantenendone il controllo di fatto.

Una di queste società si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della Strada Statale 280 dei Due mari. L’attività investigativa ha delineato un grave quadro indiziario, a carico degli imprenditori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell’Anas, impiegavano nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato (Fonte Dire).