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Strage di Bologna, Menicacci (ex Msi): “Da Silva era Bellini? Non lo sapevo”

6 ottobre 2021 | 15:24
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Strage di Bologna, Menicacci (ex Msi): “Da Silva era Bellini? Non lo sapevo”

L’avvocato ed ex deputato: “Mi hanno infangato perché ho difeso Delle Chiaie”

REGGIO EMILIA – “Mi hanno tirato fango perché sono stato il difensore di Stefano Delle Chiaie, dicendo che Bellini faceva parte di Avanguardia nazionale, ma non è così”. A negare che Paolo Bellini, imputato a Bologna per concorso nella strage del 2 agosto 1980, facesse parte dell’organizzazione di estrema destra, è il 90enne avvocato ed ex deputato del Msi, Stefano Menicacci, che questa mattina ha testimoniato in Corte d’Assise nel processo a carico di Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia.

Quella di Menicacci è stata una deposizione complicata, caratterizzata da numerose interruzioni delle domande dei legali di parte civile e della Procura da parte del teste, che pretendeva, tra le altre cose, di produrre dei documenti. Un atteggiamento che ha costretto il presidente della Corte, Francesco Caruso, a ‘richiamare all’ordine’ a più riprese Menicacci, dicendogli di “limitarsi a rispondere alle domande”. L’ex esponente del Msi è stato sentito in quanto è la persona che alla fine degli anni ’70 accompagnò e presentò Bellini, che all’epoca si nascondeva sotto lo pseudonimo di Roberto Da Silva, all’aeroclub di Foligno, dietro raccomandazioni di altri due ex parlamentari missini, Franco Mariani e Antonio Cremisini.

Nella sua testimonianza Menicacci ha negato risolutamente di essere stato a conoscenza della vera identità di Da Silva: “Mariani lo sapeva – ha dichiarato – ma a me non lo disse”. Il testimone ha poi aggiunto di essersi limitato ad accompagnare Bellini a Foligno, dove “si comportò in maniera irreprensibile: pagava regolarmente, si registrò alla Camera di commercio per vendere gioielli, ottenne il rinnovo del permesso di soggiorno e gli fu anche rilasciato il porto d’armi”.

Durante la sua deposizione, infine, Menicacci ha attaccato pesantemente uno degli investigatori che nei primi anni ’80 indagò su Bellini-Da Silva e altre persone non meglio precisate, dando loro degli “infami” perché, ha dichiarato, “gli infami hanno detto che Bellini spendeva soldi a Foligno con l’onorevole Menicacci e con Ugo Sisti (procuratore capo di Bologna all’epoca della strage, ndr), e che gli avevo trovato casa: non è così, sono falsità” (Fonte Dire).