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Mafie, a Brescello “minacce” anche a fattorino pizza

18 ottobre 2021 | 18:27
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Mafie, a Brescello “minacce” anche a fattorino pizza

Processo Grimilde: “Qua consegnamo noi, vattene o ti spariamo”

BRESCELLO (Reggio Emilia) – Per la famiglia Grande Aracri Brescello era casa loro e volevano decidere anche chi poteva lavorare. Lo dimostra il retroscena emerso oggi dalla nuova udienza del processo “Grimilde” contro la ‘ndrangheta in corso a Reggio Emilia.

Una sera di metà dicembre del 2017, mentre stava effettuando delle consegna, il fattorino della pizzeria “Magic Pizza” di Boretto viene avvicinato da due uomini. Uno non è identificato, l’altro è Manuel Conte, 32enne mantovano ma da sempre residente a Brescello considerato il “braccio violento” del clan (a Parma pestò il titolare di un bar per convincerlo a cederne le quote).

I due uomini fanno capire al fattorino che lì non potrà più consegnare pizze perché da quel momento in poi avrebbe potuto farlo solo una ditta concorrente. E per rendere esplicito il messaggio, Conte aggiunge: “Qua non hai capito che ti spariamo”. Scopo dell’intimidazione, è emerso in seguito, era favorire la pizzeria “Arcipelago club” riconducibile alla società “Magnifica srls” di Salvatore Grande Aracri, figlio di Francesco e nipote del boss di Cutro Nicolino.

A raccontarlo oggi in tibunale è stata la stessa titolare della pizzeria Magic Pizza. Il fattorino denunciò l’accaduto e oggi vive all’estero. Il teste d’accusa Saverio Pescatore, commissario della squadra Mobile di Bologna ha poi continuato la sua deposizione che dura da diverse udienze, trattando alcuni capi di imputazione relativi alle intestazioni fittizie di beni (Fonte Dire).