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A Roma la manifestazione ‘Mai più fascismi’ organizzata dai sindacati: “Siamo 100mila”

16 ottobre 2021 | 18:33
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A Roma la manifestazione ‘Mai più fascismi’ organizzata dai sindacati: “Siamo 100mila”

Grande partecipazione all’evento organizzato a piazza San Giovanni dopo l’assalto alla sede della Cgil di sabato scorso. Presente tutto il centrosinistra, assente il centrodestra

ROMA – È imponente la partecipazione alla manifestazione ‘Mai più fascismi’, organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil in forma unitaria in risposta all’assalto di manifestanti di estrema destra alla sede del sindacato dei lavoratori di corso d’Italia. È partito da piazza dell’Esquilino a Roma il corteo dei sindacati e delle forze politiche e sociali antifasciste. Il leader della Cgil Maurizio Landini è arrivato tra gli applausi alla testa del corteo. Due gli striscioni che aprono la manifestazione. ‘La Cgil resiste’, recita il primo. Poco distante il secondo: ‘Noi coi fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile’.

La folla si è poi spostata verso piazza San Giovanni, sede della manifestazione. Quando iniziano i primi interventi dal palco, piazza San Giovanni appare piena: il corteo partito da piazza dell’Esquilino continua a defluire. Tanti gli slogan, migliaia le bandiere che sventolano nel pomeriggio mite della Capitale. Carla Pucci, pensionata, è la prima a prendere la parola, per ricordare “anni di lotte e di conquiste” che sorreggono oggi la richiesta di “impegni per la sanità pubblica, risorse e fine del precariato”, dice tra gli applausi. C’è spazio anche per l’isolata manifestazione di dissenso di un militante di destra: sfila in direzione contraria al corteo e sventola il tricolore.

LA FOLLA ACCOGLIE LANDINI COME UNA STAR E CANTA ‘BELLA CIAO’
Accoglienza da star per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a piazza San Giovanni. Decine di migliaia di persone già presenti in una piazza che ricorda quelle di circa venti anni fa, dell’era Cofferati, in grado di radunare folle oceaniche sotto le sigle dei sindacati. Palloncini tricolori, bandiere e striscioni sono la risposta all’assalto della sede del sindacato di sabato scorso nel corso della manifestazione no green pass. La folla ha infatti salutato l’arrivo del segretario scandendo il suo nome e cantando l’immancabile ‘Bella ciao’. Landini non si è sottratto ad abbracci, saluti e strette di mano.

LANDINI: “FORZA NUOVA? AL GOVERNO CHIEDIAMO ATTI CONCRETI E NON CHIACCHIERE”
Il leader della Cgil Maurizio Landini, dal palco della manifestazione unitaria contro l’antifascismo, ha fatto riferimento alle mozioni presentate in Parlamento per lo scioglimento di Forza Nuova, i cui leader avevano partecipato all’assalto alla sede del sindacato in corso Italia: “C’è un primo atto: chiediamo che il Governo lo faccia e lo faccia col sostegno di tutto il Parlamento. Le forze che si richiamano al fascismo e usano violenza devono essere sciolte. Questa piazza chiede atti concreti, non chiacchiere”.

“Sabato hanno fatto molti danni, anche alle opere d’arte, ma sono convinto che non sapevano nemmeno cosa stavano guardando – punge Landini -. Il quadro all’ingresso di Guttuso non sapevano cos’era, era troppo complicato per loro. Ma questo vuol dire che il fascismo si sconfigge con la conoscenza e la cultura. Il fascismo era un regime ma con un consenso di massa”. Un sistema istituzionale basato “sulla logica dell’uomo solo al comando”, ricorda il segretario della Cgil. “La lotta al fascismo si fa innanzitutto estendendo la democrazia e la partecipazione, a partire dalla comprensione dei bisogni popolari nel paese”, aggiunge Landini.

“IL LAVORO È UN’EMERGENZA, LA DEMOCRAZIA SI ESPORTA CON I DIRITTI”
Il leader della Cgil ha anche parlato della situazione nel settore del lavoro: “Noi organizzazioni sindacali vogliamo essere protagonisti del cambiamento necessario. C’è un’emergenza fondamentale che si chiama lavoro. L’obiettivo che dobbiamo assumere è l’obiettivo della buona e piena occupazione“. Per Landini, “è necessario costruire una moderna rete antifascista e democratica che sia continentale, perché la democrazia non si esporta con le guerre ma col lavoro e coi diritti”.
“Questa piazza rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare questo Paese, che vuole finirla con la violenza. Essere antifascisti non è essere contro qualcuno ma per garantire la democrazia di tutti e i principi fondamentali della nostra Costituzione – precisa Landini -. Chiediamo che tutto il Governo assuma questa sfida e apra una fase di grande cambiamento sociale del Paese. Questa piazza è la sconfitta di chi pensava che con un atto di violenza si potesse tornare indietro di cento anni”.

SBARRA (CISL): “SCIOGLIERE I MOVIMENTI FASCISTI, IL BERSAGLIO È LA DEMOCRAZIA”
“In molti momenti drammatici della nostra storia le bandiere dei sindacati confederali hanno sventolato insieme, come nel giorno del rapimento di Aldo Moro. Il fatto che la violenza abbia colpito il mondo del lavoro ha portato a una sola scelta: essere qui“. Così il segretario della Cisl Luigi Sbarra dal palco di piazza San Giovanni. “Il sindacato confederale è questo: valori e progetti. Siamo qui per respingere con fermezza ogni intimidazione da parte di chi ha in mente disegni di natura eversiva. I movimenti di stampo fascista hanno come loro bersaglio ideologico e politico la democrazia. Sono solo di ieri sono gli ultimi attacchi vergognosi a Liliana Segre, proprio a ridosso dell’anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma. Il Parlamento proceda immediatamente allo scioglimento delle organizzazioni neofasciste e neonaziste“, ha concluso Sbarra.

BOMBARDIERI (UIL): “RICOSTRUIRE UNITÀ COME NELLA RESISTENZA”
“Siamo più di 100mila”. Lo ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, dal palco di piazza San Giovanni. “Nelle nostre sedi e nelle nostre piazze non c’è spazio per fascisti e violenti. Questa è un’occasione per ricostruire l’unità del Paese esattamente come è stato per la resistenza”, ha aggiunto.

IN PIAZZA TUTTO IL CENTROSINISTRA, ASSENTE IL CENTRODESTRA
La coalizione di centrosinistra ha risposto presente all’appello della Cgil per la manifestazione di San Giovanni. Dai membri del governo ai leader politici quasi nessuno ha fatto mancare la propria bandierina. Si sono fatti vedere i ministri del Lavoro, Andrea Orlando, della Cultura, Dario Franceschini, della Famiglia, Elena Bonetti, degli Esteri, Luigi Di Maio. Presenti anche il candidato sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il fondatore di Libera, Don Ciotti (“Il fascismo emerge quando la democrazia è debole”). Quindi il leader del M5s, Giuseppe Conte, e quello del Pd, Enrico Letta. Nessun esponente del centrodestra presente.

DI MAIO: “TUTTI POSSONO ESPRIMERE LE PROPRIE IDEE MA NO ALLA VIOLENZA”
Per Di Maio, la piazza di oggi “è una grande risposta di popolo che sottolinea l’importanza dei nostri valori costituzionali. Valori che permettono a tutti di concorrere pacificamente alla vita pubblica – sottolinea il ministro degli Esteri -, permettono a tutti di esprimere la propria idea, ma non con la violenza. Il centrodestra? È una piazza così bella che mi dispiace se la siano persa”. Secondo il titolare del Lavoro Orlando, “l’Italia rifiuta il fascismo e ogni volta che questo principio viene messo in discussione ha il dovere di reagire” (fonte Dire).