Cronaca

No vax violenti, indagato un reggiano: “Se mi scoprono mi arrestano per terrorismo”

9 settembre 2021 | 15:05
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No vax violenti, indagato un reggiano: “Se mi scoprono mi arrestano per terrorismo”

Le otto persone perquisite sono accusate di istigazione a delinquere aggravata. Nella casa dell’attivista residente a Reggio Emilia sono state trovate una katana, uno sfollagente, diversi spray al peperoncino

REGGIO EMILIA – Dalle prime ore di oggi la Polizia di Stato sta eseguendo perquisizioni domiciliari e informatiche a carico di appartenenti al mondo ‘No-Vax’ che tramite un gruppo Telegram hanno manifestato intenti violenti da porre in essere in occasione di pubbliche manifestazioni. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano che ha delegato la locale Digos e il Compartimento di Polizia Postale, sono rivolte nei confronti di soggetti residenti nelle città di Milano, Roma, Bergamo, Reggio Emilia, Venezia e Padova.

Gli indagati, cinque uomini e tre donne fra i 33 e i 53 anni, tutti italiani sono accusati di istigazione a delinquere aggravata. Degli otto indagati due vivono in provincia di Milano, due di Roma, una di Bergamo, una di Reggio Emilia, una di Venezia e una di Padova. In particolare, i due milanesi e una donna di Roma erano gli amministratori del gruppo Telegram.

Nella casa dell’attivista residente a Reggio Emilia, il 33enne Stefano, sono state trovate una katana, uno sfollagente, diversi spray al peperoncino. Intercettato si vantava del suo arsenale artigianale: “Ha una gittata fino a sei metri. Se anche hanno i caschi basta un piccolo spruzzo che passa sotto la visiera e sono fottuti. Accecati per almeno mezz’ora. Se scoprono quello che ho in casa mi arrestano per terrorismo…”.

Oltre al capoluogo lombardo, le perquisizioni – condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale di Milano in collaborazione con gli omologhi Uffici territorialmente competenti – hanno interessato le Province di Roma, Venezia, Padova, Bergamo e Reggio Emilia. Gli indagati figurano membri attivi di un gruppo Telegram chiamato ‘I guerrieri’ “nel quale vengono progettate azioni violente da realizzare – anche con l’uso di armi ed esplosivi fai da te – in occasione delle manifestazioni ‘no green pass’ organizzate su tutto il territorio nazionale”, segnala una nota, “in particolare quella in programma nella Capitale per le giornate dell’11 e 12 settembre prossimi”.

L’indagine trae origine dalla costante attività di monitoraggio condotta dai due Uffici investigativi milanesi – su input della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – nei confronti dei numerosi gruppi di protesta attivi sul web contro le misure di contenimento adottate dall’Esecutivo per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19.

Dall’analisi dei messaggi pubblicati sulla chat dei “Guerrieri” è emerso che gli indagati – uno dei quali titolare di porto d’arma e già noto alle Forze dell’Ordine per la sua vicinanza al separatismo veneto – oltre all’intenzione di partecipare in massa alla manifestazione di protesta in programma nella Capitale il prossimo sabato, incitavano gli altri membri del gruppo a realizzare azioni violente nelle rispettive Province di residenza, contro non meglio precisati “obiettivi istituzionali” o approfittando della visita di esponenti dell’Esecutivo, come quella – poi annullata – prevista a Padova lo scorso 2 settembre da parte del ministro Speranza.

Inoltre, il prosieguo dell’attività investigativa ha consentito di riscontrare l’effettiva intenzione di alcuni membri del gruppo di realizzare una “riunione preparatoria” in vista dell’appuntamento romano e di approvvigionarsi di armi bianche da utilizzare in quell’occasione (Fonte Dire).